C^l/S

L\JA

bT/i

-->

-

/

e

( '.r Cùfoù

a

ra ///;/,*

a/ \Jlopt£ / < //<V?

*>4

LETTERE

DELL' ABATE

D. ANTONIO SAMBUCA

4

SCRITTE AL SIGNOR ABATE

D. ANDREA BACCI

CANONICO

Dell' Infigne Collegiata di S. Marco in Roma.

IN BRESCIA. MDCCXLV.

Dalle Stampe di Gian-Maria Rizzardi

Calla. Facoltà de Superiori .

Digitized by the Internet Archive

in 2012 with fundingfrom

University of Illinois Urbana-Champaign

http://archive.org/details/letteredellabateOOsamb

cu-

A' LEGGITORI,

Pubblicare colla fìampa quefle due nuove lettere non m ha oh* bligato tanto il con figlio, e fi* flange del mio Sig. Canonico .Andrea Bacci, a cui fono feru- ta , quanto la di lui minaccia , Quejìi mi fi e. dichiarato , che quandi io non mi fojjì ri folto a ciòy egli le avrebbe a mio mal gru* do fatte /lampare , premendogli più il trionfo del- la gloria del/' Eminentiffimo Sig. Cardinale Guerini, che la mia amicizia . Se le mie let* tere pojfono efjere in qualche forma valevoli a far comparire l'omaggio dovuto dalla mia grati- tudine all' Emo mio Padrone, e Benefattore y vo- g/ÌQ aver' io il merito della pubblicatone delle me- dejsme, e nello flejfo tempo confervare l'amici^a di più di quattro lustri del detto Sig. Canonico , di cui deggio fare tutta la Jìima. Per fot trarre però e me , e f Amico dalla necejfità di dar copia

A 2, di

/Atta

di quefie lettere , che altro non hanno di buono , che la fincerita de racconti , per tutti quelli , che defideraffero e in Roma > e in Venexfi > e in Bre- fcia, e altrove di leggerle , ne fo un dono al Pub- blico. Così faccio della mia raccolta delle Ij cri - Trioni y con le quali vedrete autenticato quanto da me e fiato /cristo delle anioni dun Cardinale, che fa tanto buon ufo delle rendite Ecclefìafti- che y del tempo , che fi deve fommamente filmare particolarmente dalle Perfine defiinate a prefie- dere al governo de* Popoli ; del gran talento y del quale il Signor Iddio ha ornato lo fieffo Euu mentissimo Forfora royche giufi amente fi può dire tutto degli altri nell' impiego del fio pa- trimonio y del fio tempo , del fio talento^ e nien- ti di fieffo . Vivete felici .

Ami-

Acbìco Cariffimo.

Brefcia 5. Gennajo 1745*

ATypE voi avete afpettato prima di farmi degno di voftre righe , che T Emi- nentiss. Nostro Padrone fi partifTe da Roma , non vi parrà Ara- no, eh' io pure abbia differito a fer- vervi dopo qualche tempo del fuo ritorno a Brefcia. L'imo, e l'altro dovevamo così fare, non effendo il noftro carteggio diretto ad altro fine, che ad appagare la noftra fcam- bievole curiodtà di iaper voi da me le Eroiche azioni di S.E. in Brefcia, di iaper io da voi le Eroiche azioni di S.E. in Roma. E' vero, che quelle fi poffono con- tare coll'ore non che co* giorni della di Lui permanen- za in Brefcia, ed in Roma, pure conviene raccoglier» ne infieme alcune vogliamo formare qualche lette- ra, che abbia corpo . Io dunque vi ringrazio primie- ramente delle notizie, che mi avanzate, e mi ralle- gro con cotefti voflri Colleglli Signori Concanonici, che credo giubbilanti tutti, come conofeo eflfer voi, per vedere a tal fegno nobilitata cotefta voftra Bafili- ca di S. Marco . Con che fegni di efultanza voi mi fate fapere , che delle diciotto Colonne di diafpro di Sicilia dieci fono già interamente compite, ch'eri- dotto a fine il lavoro del nobili-ifimo Presbiterio , che la fontuofa Cappella deli* Augii ftiflimo Sagramento, rifatta già con tanta magnificenza tutta a fpefediS.E., fia ftatacon uguale generofità provveduta di nobili Sup- pellettili . Ho lette con piacere le due belle Ifcrizio- m, che a gloria del Nostro Porporato fono

fla-

6

fiate porte negli Ovati del Presbiterio , e già le ho re- giftrate a loro proprio luogo colle altre molte, che per immortalare il di Lui nome fi veggono e qui, e corti, ed in altri luoghi, le quali appreffo me fi vedranno tutte unite in una preziofa raccolta. Tra tutte però le foraftiere, così le chiamerò, quella , per cui io con- ferò avere della parzialità , e che però rileggo ogni qual volta fo vedere agli Amici, o per altra occafione prendo per mano quefta mia cara fatica, è quella, che ii vede corti nel mezzo del Coro de' Monaci Girola- mini inS. Ale{fio,e ciò non per altro, non perche in erta fi fa menzione del noftro magnificentiffimo Duomo, che ben merita, che di effo fi parli anche in Roma.

Ma per ritornare alla voftra , lodo molto la voftra diligenza, e ve ne ringrazio per la bella deferizione , che m'avete fatta de* nobili miglioramenti, e prezio- fiffimi ornati fatti alla celebre Chiefa di S. Gregorio fui Monte Celio de' Monaci Camaldolefi . Nel leg- gere la voftra nuova deferizione io ho prefo lo fteffo piacere, col quale ho veduto, ha alcuni anni, la Cap- pella Maggiore rifatta a fpefe di S.E. ,e nobilitata col maeftofo Altare di finiffimi marmi, tra quali fpicca la tavola dell' infigne Antonio Baleftra Pittor Verone- fé, meffa nel rimanente tutta a ftucchi d'oro, chiufa da una corrifpondente balauftrata, col pavimento di tutto il Presbiterio per difegno, e per materia da non laiciar piucche desiderare al compimento intero della beli' opera . Voi co' tratti felici della voftra penna mi richiamafte a vedere ciò, che ho altre volte veduto, ed ammirato, e veggo il perche , Con efporre le be- neficenze di S. E. verfo que' Monaci, e quell' antichif- fima Chiefa volefte dar rifalto alla di Lui generofità, che non mai fianca di profonder oro per onorar Dia

coir

7 coli* onore de* iuoi Tempj, ha dato ora parola, e pre- Io impegno con quel Padre Abate di far lavorare il pavimento di tutta la Chiefa in forma non molto dif- ferente da quella del Presbiterio. Ma io vi dirò confi- dentemente , vi aggravate della mia libertà : pote- vate rifparmiare tutto quefto racconto . Un Monaca Camaldolefe Amico mio aveami fcritto tutto ciò da Badia, il quale in oltre, ciò, che non avete fatto voi confcio del mio diletto, forfè dubitando , che poteflfe mancare alla mia raccolta , mandommi copia dell'If- crizione, porta da que' Monaci nei Portico di cote/la Chiedi di S. Gregorio in atteftato della loro immor- tale gratitudine per gli nltauri, ed abbellimenti fatti dal Noftro Sic Cardinale nella Chiefa medefima. E di più mandommi il feguente Sonetto fatto in lode di S. E. dal P. Abate D. Germano Giorgini , (limo come una fpecie di ringraziamento per la promefla fattagli dal Sig. Cardinale di rifare il pavimento della Glie- la. Ecco il Sonetto :

~\TIddefi Roma altera , e fempre Augujla * Gentil e Popoli offrir tributi, e prede S E delle glorie fue chiara , ed onufta, Superbi Regj, ampie ricchezze al piede. Ma non invidia no F Età vetufla

La noflra in Te di miglior vanto Erede , O Gran J)uerinì oh quanto pia venujla Per Templi , ed Are , tua mercè fi vedeì Il Monte Celio , F Aventino ancora,

E F Adria , e ovunque Tu pajji , o foggiorni, Di tua Pietade i gran vefligj onora. E F alto Tempio tuo, che inalai, e adorni Il dice a ognun : Noi che diremo allora. Che li tuoi E a/li contarem coi giorni?

Ben-

Benché io io eflere flato ftampato, pure perche da voi non Tho ricevutolo giudicato bene trafcriverlo, fupponendo non l'abbiate veduto. Mi fcrivete come co- testi Padri di S. Gregorio fi compiacciono nel veder- fi a tal fegno beneficati dal Noftro Eminenti s- s i m o P a p r o n e , ma io vi affittirò , che più trion- fano quelli Noftri della Badia di Vangadizza, poiché conofcono dall'amore di S.E.verfo di elfi effer deriva- te le di Lui beneficenze a tutta la loro Congregazione. La Badia di S. Maria di Vangadizza, da cui prende il nome la Terra ragguardevole di Badia nel Polefine, ov'è fituato l'antico Mon.iite.ro jde* Padri Camaldolefi rido- nato dal Cardinale Scarampo,paffata ne' tempi rimoti in Commenda coli' obbligo di mantenervi di tutto il bifognevole dieci Monaci fu conferita, dopo la morte del Cardinale Priuli Vefcovo di Bergamo , al Noftro Signor Cardinale. La Commenda è vera- mente infigne per Pampliffima Giurifdizione con nu- mero di Beneficj Curati , e Semplici, che fi conferi- rono dal Commendatario . Il Sic Cardinale Qu e r i n i adempie le fante intenzioni , per cui dal- la Santa Sede fono fiate iltituite le Commende, im- piegando quanto da quefta fua raccoglie, tutto in be- nefizio della Giurifdizione, e de' Monaci . Affegnato quanto ogn* Anno dee diftribuirfi a* poveri di detta Giu- rifdizione, vi ha eretto un Seminario, per mantener- vi fei Cherici a proprie fpefe col commodo ad altri di entrarvi per poter provvedere quelle Parrocchie di Pa- llori idonei . Ha Egli così riftorato il Palazzo della fuaRefidenza,che come apparifee dall' Ifcrizione, che io tengo, fi può dire rifabbricato . Nella Chiefa poi cofa non ha Elfo fp.efo? Vi fi vede ora fabbricato dal- ia diLui generalità l'Aitar Maggiore di marmi pre- ziosi

9

ziofi , il pavimento del Presbiterio, ed il Coro pari- mente corrifpondente alla fontuofità dell' Altare . E perche in ogni ben ordinata Congregazione un Moni- ftero , che abbonda di rendite, ajuto a quelli , che ne fcarfeggiano, colle rendite di quefta illuftre Com- menda il Sic Cardinale così largamente ha beneficato, e benefica cotefto Moniftero, e Chiefa di S. Gregorio . Tanto ho detto, perche il S i g. Car- dinal Querini ama, che così fi dica, e fi creda, -quaficche quanto fa, faccia Eflb anzi per giustizia, che per liberalità, e magnificenza, ma io per verità (li- mo, che fia aflaipiù quanto ha fpefo di quanto ha rac- colto . La Sa: Me: di Papa Benedetto XIII,, che pro- moflò con maturo giudizio Monsig. Querini al Cardinalato, prima da lui eletto Vefcovo ài Brefcia, fi compiacea di aver nel medefimo tempo e gratifica- ta la SerenifTima Repubblica di Venezia nella promo- zione fatta ad iflanza de' Principi, conferendo la Por- pora ad un Patrizio di famiglia tra te più cofpicue, e più benemerite della Repubblica ftefla, ed accrefciuto nel medefimo tempo il Sagro Collegio d'un Soggetto di rara dottrina, moftrata ne' fervigj predati alla San- ta Sede nelle Congregazioni nello ftato di Monaco, per lo zelo verfo la Chiefa Romana, e per la Angola- re prudenza nella direzione delle Cuq azioni , come avea fatto conofcere Arcivefcovo di Corfù nel governo difficilifiìmo d'una. Chiefa attorniata da Scifmatici , in una Città, dove fverna, e fi ritrova la Generalità in ogni tempo, quando l'Armata de' Veneziani fia in por- to, del che è baftantemente informato il Mondo tutto per la Angolare teftimonianza ,che ne rendono i Brevi Pontifici, e le lettere della Sagra Congregazione del Concilio, che fi leggono nell'Appendice all'Opera del

B Car-

10

Cardinale intitolata Primordio, Coyc)y& della no- bile riftampa di Brefcia per Jo Rizzardi . Ma ora il Santo Pontefice riforgefle, quanto maggiore farebbe la fua compiacenza , veggendo non dirò appagata , ma fuperata eziandio la di Lui efpettazione , e quante Chiefe,e quanti Ordini Regolari , e poffiam dire quan- te Diocefi abbia Egli beneficato col beneficare il folo Cardinale Querini.

E voi direte certamente, che così è, vi richiame- rete alla memoria ciò, che l'Abate Gianfilippo Vieri vi ha raccontato, ed ha co* proprj occhj veduto nel fervire S. E. nel viaggio di Roma, cioè quali benefi- cenze abbia Egli tifate a que' Conventi , dov' è folito prender l'alloggio lenza dar loro alcun pefo , non volen- do fé non effer accomodato d'una Stanza, e vietando feveramente a tutti i Suoi d'efler loro in alcuna cofa d'aggravio 3 inCivita-Caftellana il Coro de P.P. Con- ventuali di S. Francefco , fatto tutto a di Lui fpefe> in Foffombrone nella Chiefa de' P.P. Agoftiniani eretto il nobili/fimo Aitar Maggiore di marmo preziofo 3 ed in quello dello ftefs' Ordine in Terni collocata la bella Statua di S.Niccola da Tolentino, oltre 3 00. Scudi Ro- mani fomminiftrati a quelli di Foligno per il rifacci- mento della nobile Volta di quella Chiefa . A tutto ciò, che vi ha riferito il Sig. Abate tutto anche da me veduto, ed ammirato, v'aggiungerò ciò, che quefti non ha veduto 3 cento Scudi Romani donati aP.P.Con- ventuali di Cagli per il Campanile rovinato nell* ulti- mo terribile Terremoto 3 50. Scudi contribuiti an- nualmente al Moniftero del Sagro Speco della fua Re- ligione Calmele per elemofina a' Pellegrini, che con- corrono alla vilita di quel Santuario, e quefti vi lo dire, che il Signor Cardinale ha penfato di

ren-

ir

rendere perpetui coli' impiego d'un Capitale (ufficien- te, oltre 200. Scudi Romani fom mi ni (Irati per l'ere- zione d'una Cella 5 onde .fino dall'anno 173 5. fu fcrit- ta in tempo de* Comizi, che (i fecero in Perugia la fé- guente lettera fegnata dal Padre Abate Premiente , e dai due Diffinitori.

Emo e Rmo Sig. Sig. Prone Colmo,

La generosa obblaxjone fattaci dalla pietà di V. E. per f aumento del culto del Sagro Speco , e' è fiata d esempio y e di /limolo per concorrere noi pure a fijfare gli annuì 300. Scudi , per poter fi in quel f agro Luogo mantenere al- tri quattro Monaci. f£ue/la fant' opera ideata , e fondata da/r animo pmjjimo di Monjig. Illmo Tedefchi , e pr omo/fa dalCEmo Covradint con tanta efficacia , ed accrefetuta da V. E.y farà r oggetto della veneratone non folo della no- Jlra Congregazione y e di tutto L'Ordine Mona/fico , ma degli altri Fedeli ancora , che dovranno averne obbligo perpetuo a tre Perfonaggì di così rarar e di {Unta pietà . Noi , che più di tutti ci cono fei amo debitori di V. E. per la fnddetta obblaxjone y effetto veramente degno d'un animo grande , e re ligio fo ,. con i più vivi fentìmenti le ne ren- diamo umiliffime graxje y fempre più pronti ali* ubbidien- za de v fuoi riveritiffmi comandamenti , con profondiamo offequio le baciamo la Sagra Porpora , e ci foferiviamo

Di V. E. Perugia 7. Maggio 1735. Ed ecco» beneficate le Chiefe , ed i Conventi de* Mon- ti, dove S.E. è folita pernottare* non anderà molto, AmicaCariflimo,chepenferà anche a quelle della pia- nura,, e la prima; ftimo debba effer quella de' P*P. Mi- nimi in Fano.

Sinora la mia lettera farà fervita di rifpofta allavcr- fira,quanto fcriverò in apprefìo efigerà rifpofta da voi, e per rifpofta fono certo, che mi farete de' ringrazia- li z menti

12

menti, per il ragguaglio, che vi farò dello flato, ed azioni di S. E. Padrone . Sappiate dunque, ch'Egli è arrivato a Brefcia il 20. dello (caduto Novembre in tutta buona fallite, e nulla incommodato dal viaggio, talmente che il giorno feguente, fefta della Prefenta- zione di M. s'alzò vegeto, e franco all'ora fua fo- lita,e celebrò alla fua ora folita laS.Mefla. Non cer- co più da voi , come ìISig. Cardinale la fia paffata in Roma : il noftro Sig. Abate Vieri affai più ampiamente di voi a tutti racconta tutto, e non ceifa di far maraviglie del tenore di vita tenuto da S. E. in eotefto foggiorno. Una fola volta nfci dal Palazzo di S. Marco per andar a vedere terminato il^avoro di S. Aleffìo : tutti gli altri giorni dopo celebrata laS.Mef- fa, e gli altri quotidiani efercizj di fpirito, al tavoli- no a tutte le ore tra i fuoi libri , e fopra le fue carte . I fuoi Famigliari però per timore, che un applica- zione sì lunga, ed intenfa non gli nuoceffe, godeano, di che forfè a Lui non piaceva, cioè, che foife fpeffo fturbato da vifite. E le vifite furono più frequenti del folito, principalmente de* Cardinali, e de* più didimi Perfonaggi della Corte , ammettendo inoltre S. E. , fecondo il di Lui ufo, e la fua dolcilfima facilità ogn' altro, che o per intereflTe,o per puro offequio doman- dale d'efler ammeffo . Il frutto di tale non interrotta applicazione io medefimo il vedo, vedendo così bene avanzata la ftampa del fecondo Tomo dell' infigne rac- colta delle Lettere del Cardinal Polo: il ritiro, che maggiore del folito fu praticato da S. E. veramente l'at- tribuifco al defiderio di veder prefto all'intero compi- mento queft' Opera , che fa tanto onore alla Religione Cattolica. Nientedimeno mi a credere, che qual- che da me non conofciuto fine^oltre quello dello Au- dio

x3

dio, abbia trattenuto tra le mura del fuo Palazzo ilS i g.

Cardinale, quando confiderò, ch'Egli neppu- re una gita fola ha fatta per rivedere la Tua diletta Biblioteca Vaticana, eh' è Tunica fua delizia in Roma. Udite fogni d'Amanti. Io per altro colla fantasìa an- davo pure fervendolo, come altre volte, colla perfona per quel letterario recinto, e mi parea di fentirlo lo- dare della loro puntualità i miniftri anche più baffi, far animo a quegli Scrittori , interrogarli delle loro fatiche , e mi parea vederlo quando oiTervare come erano confervati i tanti Volumi e le belle anticaglie, di cui ha Egli notevolmente arricchita quella per al- tro sì doviziofa raccolta di preziofifllmi Codici , quan- do fegnar cogli occhi il luogo r dove penfa riporre il tanto numero di libri, che ora unifee a tal effetto in Brefcia, de quali già fono ripiene più Stanze , e do- ve fpeflb fpeflb ne arrivano de nuovi da tutte le par- ti d* Europa . Vi dirò bene però , che da quefto riti- ro conofeo la ftima, che fa di Lui la Corte, e Roma tutta , mentre quando l'Invidiofo , e Maligno tenta di detrarre al gloriofo fuo Nome, li fa vedere il Sa- gro Collegio , la Corte, ed il fior tutto di Roma al Palazzo di S,Marco a vifitare, ed inchinare Sua Emi- nenza.

Dopo un Mefe , e mezzo di dimora rifolfe il S i g. Cardinale di partire, e fece a tal fine , com' è pure fuo inalterabile coftume , confegnare al Curato jo. Scudi da diftribuire a* poveri della Parrocchia diS. Marco per ottenere da Dio felice Viaggio. Il Sig. Aba- te Vieri minutamente deferive l'allegrezza, con cui di fera in fera venne ricevuto da Religiofi , appreflb i quali prende l'alloggio: ha l'Abate nuovamente am- mirate le beneficenze fatte dal Padrone a fuoi Ofpiti,

ed

T4 ed ha avuto di più il piacere, e la pazienta, che cori- fedo non aver mai avuta io in tante volte, che ho fer- vito Sua Eminenza in que' Viaggi, di trafcri- vere fedelmente in ogni luogo le lapide porte a memo- ria delle beneficenze fatte ad ogni Convento dall' E S. Quefto è l'unico dono ,che ronoratiffimo Gentilvorno Abate m' ha portato da Roma, dono per altro carifll- mo, ed opportuno per rendere intera la mia raccolta, alla quale alcune di effe mancavano .

Ma fenrite cofa accadde al Sig.Cardinale in Parma . Volle quivi S. E. dar uri abbraccio a quel Monfig. IllullriifimoVefcovo Marazzani, delle di cui rare qualità ha Tempre Egli fatta quella ftima,che ri- chiede il di lui diftinto gran merito. Perche la vifita foffe tanto più cara quanto men preveduta , prefa la parca refezione immediatamente dopo il fuo arrivo, come è folito fempre fare, vi andò il Sic Cardi. n A l E fenza alcuna previa ambafciata , ed arrivato al Palazzo Vefcovile feppe, che Sua Signoria Illuftriflì- ma andava allora allora a fare la veftizioned, una Cap- puccina . Rincrebbe al fommo al Sic Cardina- le, che quella vifita doveffe impedire la. divota fun- zione, -e volea ritornare all'alloggio , ma già Monfi- gnore s'era avanzato per incontrarlo. A Sua Signoria Illuftriflima. fignificò il fuo di(piacere colle parale , ma bifognava. ancora raddolcire lo fpirito delle Cappucci- nesche retta vano del ti della loro efpettazione. Chia- mato però a parte l'Abate Vieri gli comandò di man- dar a complimentare la Superiora , e regalarla nello fteffo tempo della limofina di 12. Zecchini con dirle, che, fi differiva al giorno feguente la funzione delle nozze Spirituali , non volea ,che fi differifce, ma anzi Tolea, che fi rinovaffe nel feguente il convito Nuz-

ziale*

ziale. Vedete fentimento nobile infieme,e-d amorofo. Mi par di vedere una Madre, che per l'amore , che porta a fuoi propri figliuolini, accarezza ancora quelli dell'altre. Ha S. E. Monifterj di Cappuccine nella Città di Brefcia,e nella Diocefi in Capriolo. La par. ziale divozione , che porta a quefte lue Sante Fami- glie intenerire il di Lui cuore anche verfo le Cappuc- cine di Parma. E perche veggiate quanta fia fiata l'ai- leggrezza di quelle Religione al prefentarfi loro all' improvvido quefta limofina, vi fo copia della lettera di ringraziamento, che la loro Badefla ha fcritta al Sic Cardinale, la quale per la fua fanta fimplicità , merita d'effer letta. Comecché quefta non contiene, che un femplice rendimento di grazie, così dopo letta da S. E.è reftata nelle mani del noftro Abate Vieri. Emo y e Rmo Prìncipe. Siccome la fovr agrande clemenza > e benignità di V.E. acclamata fi efiende in qualunque luogo , così pure in quei pochi momenti y che quella Citta godè l* onore di S. Emi- nenti jji ma Per fona , anche noi povere Cappuccine ne pro- vammo e le mentitimi li effetti nel caritativo foccorfo } con che la grande jua bontà ha fovvenuto alle predenti no/Ire anguflie ye mi ferie. Ben fi f cor effere in Lei lo Spirito Santo , quale le ha inspirato a Sovvenirci con tale carità^ la quale è fiata di tanto follievo alle nofire indigente , che pure fono continue , e non poche per le contingenze de tempi prefetti , che però le riporto , unita con tutta que- lla mia Comunità Religiosa , con la magiore efienfwne li più infiniti ringraziamenti y jìcurijfima , che mai parti- raffi dalla no/Ira memoria una tal beneficenza yper la qua- le porgeremo ine e (fanti orazioni ali* Alti ffimo per ogni di Lei prosperità , e conferva^ one , come pure per maggior ingrandimento dell* Ema Sua Perfonay /per andò } che fic- co-

\6

come t impareggiabile fuo merito l* ha portata alla Sagra Porpora , così lo fleffo Jia un giorno per recare comune al- legrezza a Popoli col vederlo affunto al Sommo Pontifica- to , che ciò le auguriamo con tutta la intenfone del no- ftro ctwre , e allora farà grande la noflra confo/anione per avere un tal Clementi [/fimo Paflore , e Padre , quale fupplico poi a ricordar fi di noi , che (periamo cominciare di pr e fonte avere la bella forte di effer ammeffe fotto li potenti aufpicj della pregiai iffima fua grafia ? e protezio- ne , alla quale abbandono queflo mio povero Convento , e con ciò umiliata , e genufleffa le faccio umiliffima rive» renza , e la fupplico di fua font a Benedizione*

DiV. E. S. M. della Neve Parma i p. Novembre 1 744. Cosi lafciando dappertutto -legni d' un animo degno della fua nafcka , della fua dignità , e della fua pie- tà il S 1 g. Cardinale arrivò finalmente alla fua Residenza. In quante cole divide qui i fuoi penfieri^e la fua attenzione J Penfa a Parrochi, penfa a poveri, penfa alle fabbriche, penfa alle ftampe , riceve vifite lenza annojarfi , conferifce co* Minili ri, ordina a Fa- migliari fenza ftancarfi.. Ma può Egli penfar a tutto , perche non penfa mai a fteffo* Alle dodici ore in quella ftagione è già con Dio nelle fue Orazioni . Ab- brevia il ripofo della notte per darlo allo Studio . Le lettere del Cardinale Polo termineranno d* occuparlo, ina ormai medita con <\uzY altro argomento abbia a follevarfi dalle tanti pelanti cure del Vefcovato , poi- ché nello Studio può dirli, eh' Ei trova folamente fol» lievo dalle altre quafi tutte moiette applicazioni .Pre- mia ad Elfo, che fempre più la fua diletta Diocefire- ftalfe fincerata del di Lui amore verfo di efla, e gli premea confolarla , fapendo con qual fentimento di dolore avelfe intefo gli aggravj fatti al di Lui Nome

in

*7 in queir indegno Giornale d' Ol landa fatto noto di qua da' Monti per le fue maldicenze . Non contento però della Paftorale fcritta da Roma a quefto fuo Cle- ro, e Popolo diBrefcia,un altra ne ha fcritto fubito dopo il fuo arrivo , data 25. Novembre , e fitta co- mune a tutti colle ftampe. L'averla ftefa, qual' è, fen- za una minima caifatura , e fenza mai fofpender li penna ha fatto conofcere , ch'Egli V avea meditata nelle cofe, e nelle parole nell'ozio del Viaggio, ch£ oltre il diletto, che quefto gli reca per fteflo , gli la* fcia ancora la libertà di cercar nuovo diletto dallo ftu- dio. Prima però,che vi giunga queftamia,che vo /ten- dendo nelle ore difoccupate,già vi farà arrivata col pu- ro indirizzo di mia mano la Paftorale. L'avrete letta, ma fatela pur leggere ad altri , e fatela paffare da mano a mano fin che la voftra buona fortuna la porti nelle mani di quel beli' ingegno, che ha fornito di così gra- dite notizie il Novellifta dell'Aia. Vegga cortili {men- tite le fue calunnie co' fatti innegabili , e giacché la cofcienza non l'ha trattenuto dal commettere azione nera, può edere, che nel fentirfi convinto d'empio calunniatore , il fuo roifore , e la fua confufione lo fcopra. Intanto il noftro comune Paftore prepara la terza Paftorale, che conterrà gli autentici documen- ti, che garantifcono il di Lui nome, e la di Lui glo- ria . Ma fenza più Egli farà fempre maggiormente arrabbiare l'Invidiofo , e fora tacere il Maligno col profeguire ad operare da pari fuo.

Giunfe la fefta dell" ApoftoloS. Andrea. Sapete voi con qual divozione folennizzi S. E. quefto giorno, in cui fotto gli aufpici del grande Apoftolo fu Eflfo nel- la Bafilica di S. Marco di Roma confagrato in Arcive- fcovo di Corfii già 22. anni , e toccò ancora a me la

C bel-

1.8

bella forte d* efier preferite alla fàgra funzione trovan- domi in quel tempo al fervigio dei fu Eccellentiflìmo Cavalier Pietro Capello Ambafciatore della NoflraSe- reniffima Repubblica . Avete lette mai le Ifcrizioni fcolpite nella Cappella Maggiore di cotefta Chiefa di S. Andrea ? Intendo della Chiefa, che codi chiama- te di S.Gregorio contitolare del Santo Apoftolo . An- datele a leggere, e ditemi poi, rendono irrefraga- bile teftimonianza della divozione del noftro Cardi- nale verfo il Santo fuo Protettore.

E con quanta maggior generofità credete voi , che fi farebbe rivolto ad abbellire, ed ornare la Chiefa di S. Andrea di Bufco nel Territorio Ai Ceneda Abazia della fua Congregazione Cafinefe, ài cui era Commen- datario, fé non avelfe ritrovato un modo affai più in- gegnofo di moftrare nel medefimo tempo il fuo amore verfo la fua Congregazione, e la fua venerazione verfo l'ApoftoIo. Reftituì però la Badia a Monaci Cafinefi, e l'incorporò di nuovo alla Congregazione, fupprefla la Commenda ne' tempi antichi iftituita,equeftoè ìlcafo, in cui fi può dire, che S. E. veramente fi valeflfe della benefica inclinazione del Pontefice Benedetto XIII. ver- fola fiiaPerfona. L'iftanza da Lui fatta al Pontefice eb- be per fondamento effere fiate in paftato tutte le Badie de* Benedettini in Commenda, e di efiere fiate in ap- preflb nello Stato Veneto rimeife tutte in regola dalla beneficenza de* Pontefici , alla riferva di quefta di S. Andrea del Bufco, che refiava Soggetta a Commenda- tarj. Parve però a S. E., che, giacché quefta Badia era caduta nella fua Perfona , e però d'un Figlio affezio- natiffimo di S. Benedetto, folfe conveniente , che dal- lo fteflfó ricevette la prerogativa della libertà, che tut- te le altre in detto Sereniifimo Dominio Veneto gode- vano

19

vano. Non è maraviglia però riconobbe la fegnala- ta grazia tutta la Provincia di Venezia dell' Ordine Caiìnefe , accrelciuta ? ed illuftrata da S. E., può dir- {\y di quella nuova Badia, ed atteftò la fu a gratitudi- ne col feguente iiltiftre Decreto fottofcritto dal Rmo P.D.Cipriano Benaglia Abate di Praglia, e Prenden- te, e dopo lui da ciafcuno de Reverendifìimi Abati di quefta Provincia.

Nos D. Cyprianus a Brixìa Congrega? toni 7 Cafmenfis Abbas y & Prafer - Ceterique Veneta hujus Provincia Ab- bates Eminenti JJimum Virum AlVGELUM MARIAM ^UIRINXJM S. R. E. Cardinalem omni virtutum } dotiri- naque genere pra/lantiffemumyCa:/ìnenfis Fami/za, immo to- tius Benedici; ini Ordini 7 magnimi decus , & ornamentum , qui fummo, liber alitate , ac munificentia Nos , Noflramque Provinctam augendam fufcepìt > dum Abbatiam Bufcbi po- rremo fibi commendataci Congregationi No/i ras re/iìtuen- dam curavit , ut ea , qua decet , grati animi /igni f catione profequamur } atque ab eo in nos collata merita quo ad f^ fumns aliquo patio compensare, hoc peculiari Decreto fra- tuimus y quotannis prò ejus ìncolumìtate , dum vixerit , die nona Decembri s y qua in Sacrum Cardinalium Collegium caoptatus e/i, in fingu li s No/ir *e Provincia C cenobi is form- ile Sacrifcium o/ferri debere j cum vero decejjerit ( quod utinam fero contingat) ne tanta adverfum nos benevolen- za memoria de animis no/iris unquam deleatur , anni- verfaria ejufdem Sacrifcii f empi terna oblatione celebran- doci ejus pietatem decernimus , atque fancimus . Datum tn Monafierio S.Juflina in Comitiis Majonbus die prima

Mai) CI3I3CCXLI.

Oltre il detto Decreto fu fefteggiata dalla ftefla Pro- vincia Veneta la concezione di S. E. con la pubblica- zione a ftampa della Bolla dell' eftinzione di detta

C 2 Coni-

20

Commenda, quale ftampa Fu poi fpedita % Motiifter;

della fleffa Provincia, e così anche al P. Procurator

Generale D. Michele Francefco Valletti, che così ebbe

a fcrivere da Roma ad uno di quelli Padri Abati- Sto

ancor* io affettando con impayjenxa alcuni Esemplari della,

Bolla ftejja , per poterne mandare ai Moni/ler) ne fly 7 , acciò

Jia noto a tutta la Religione un così pregiato , efegnalatif-

fimo dono fattoci dall' animo beneficenti ffimo 7e veramente

grande dell' Eminenti fs. Sig. CARDINAL gUEAlNl, e

nere/li chi arijf ma eterna la memoria in fegno dell'obbligo

fìrettiffmo , che dobbiamo avere all'È. S. in ogni tempo

avvenire , ed io più di ntffuno , che fper i mento fingo lar-

mente gli effetti della Clemenza del Porporato con mia

efìrema confiufioney e r off or e 7f apendo di non avere alcun

merito ec

E febbene S.E. gradì al fommo nobili, ed auten- tiche rimoftranze di que* Prelati, più compiace, vi fo dire, del maggior onore, che ne verrà alTApoftolo S. Andrea, il di cui culto in quella Badia a lui dedi- cata non poteaEgli in miglior maniera promovere per tutt'i tempi avvenire, non facendo in modo, che la di lui Chiefa fofle Tempre per eflfere officiata da mag- gior numero de* Monaci, e dovefTe fempre più arric- chirfi,e nobilitarti colle rendite di quelMoniftero,che s'intitola dal nome dell' Apoftolo, e fiorirà fempre maggiormente fotto la protezione di lui, fotta la qua- le è ftato fondato . Il Noftro Sig. Cardinale però così divoto di S. Andrea per meglio folennizzare il giorno della fua fefta, giorno ad Eflfo di così cara, ma così tremenda memoria (come fuol dire ) perchè gli ri- corda i graviflìmi obblighi d'unVefcovo, è folito por- tarli a celebrare nell'Oratorio della Congregazione A- poftolica deferitavi in altra mia . Siccome quefta è

cotn-

21

comporta di Perfone diftinte Secolari, e la maggior par- te avanzate iti età, così a caufa del freddo, lafciò la libertà di fare al di loro maggior agio la finizione . Mandò però non ottante aila pia Congregazione i fo- liti cento Zecchini da diftribuire a* poveri , e celebrò S. E. nella ftia Cappella Domeftica, dopo la quale pubblicò la provifta di alcuni Parrochi, maturata pri- ma con tutto il fenno, e confultata con Dio. Se in niun altra fimile provifta non fi è ingannato , molto meno certamente fi è ingannato nella prefente. Non fi è nti to oppor eccezione ad alcuno neppure dagli altri Concorrenti , anzi gli altri Candidati fanno al- legrezza , effendo certi della rettitudine, e giuftizia dell'Elettore, e perciò rimanendo con ficura fperanza, che un giorno verrà anche la loro .

Intanto mentre S. E. applica con indefefla vigilan- za, e fatica, ed a' fuoiStudj intento per dar l'ultima mano alla Diatriba preliminare al fecondo Tomo del- le Lettere del Cardinal Polo, che faranno divife in quattro Tomi compita l'opera, ed a bifogni della fua Chiefi , perche nulla abbiano da defiderare dal loro Vefcovo i Parrochi Urbani, e Forenfi,e nulla da Par- rochi il loro Popolo, giunfe il Sabato delle Tempo- ra . Prima del giorno, poffo dire , era ripieno il Ve- fcovato della moltitudine de^li Ordinandi Cento in quel giorno deftinato a conferire folamente gli Ordi- ni Sagri, fi contarono tra Sacerdoti , Diaconi, e Sud- diaconi. La Domenica appreffo, ed il Lunedi fetta di S. Tommafo conferi gli Ordini Minori, furono l'uno, e l'altro giorno gli Ordinati meno di cento , 13 n Cardinale, che ha in Città due Vefcovi Titolari li Monfignori 111 mi Francefco de' Conti Martinengo, ed Andrea de* Conti Durante, che poflfono in tutto >

o

11 o in parte follevarlo da tal fatica, può meglio ino- ltrare il fuo amore vedo il fuo Clero? può Egli far di più per efigere amore dal fuo Clero? Egli fleffo di fua mano apre a* nuovi Sacerdoti , ed a' nuovi Chieri- ci le porte del Santuario, Egli ve gl'introduce, e len- za far motto ad alcuno col folo efempio infegna a tutti con quale alacrità abbia a portarli ogiV incomo- do , ove fi tratti di fervire agli Altari. Intarlo da quella efemplare fanta premura del loro Vefcovo han- no il lor profitto anche i poveri. D'una porzione del- le Cere dell' obblazioni fono fiate beneficate quefta volta le povere Cappuccine di Capriolo.

Ma voi forfè flupite di gran numero d'Ordinan- di ? Mifurate forfè la Diocefi di Brefcia con quella di Narni, o di Terni? In quella vaila Provincia credia- te, che affai maggiore farebbe il numero, il S i g. Cardinale non ufaffe diligentiffime riferve nel permettere ad alcuno il veflire l'Abito Chericale. Benché Elfo deferifca molto agliatteflati de'Parrochi, richiede nonoftante quelli ancora de* Confefiori , quel- li de'Maeflri di Scuola,ediflintamentelateflimonian- £a della pubblica fama per poter giudicare prudente- mente della lor vocazione. Aggiungete la difcreta fe- verità degli Efami, dopo veflito l'Abito, prima diam- mettergli agli Ordini. Uditi tanti rigori, e tante cau- tele Voi maggiormente vi ftupite di tanto numero de' Cherici? Bifogna, che io vi parli chiaro : Voi, che liete nato in una picciola Diocefi, non fapete ancora, che la Provincia di Brefcia è una delle più popolofe par- ti d' Italia , e per ciò non mi recano maraviglia i vo- flri flupori : ma vi afpetto in quefle parti a Primavera conforme la voflra promefla . Non vorrò allora farvi godere folamente le delizie della noflra Riviera , come

pen-

23

penfavo di fare 5 vi vorrò far girare tutto quanto è al piano > ed al monte il Brefciano fino agli ultimi fuoi Confini fulle più alte cime dell'Alpi. Se le ha falite non fenza fuo difagio, come io fono flato teftimonio nel fervido dappertutto , il noftro Sic Cardina- le , che con zelo da fuo pari ha voluto vifitare per- fonalmente ogni fua Parrocchia anche più lontana , e che potea parere inacceffibilej.Je falirete felicemen- te ancor voi, le rifalirò felicemente ancora io. Vedute in un luogo le fertiliflìme miniere di ferro, le fucine, e le fonderie, in un altro le feliciflime odorofe prate- rie, altrove le vafte Campagne feminate di lino, mi- furata l'ampiezza del Paefe , oflervata la quantità de- gli Abitanti, allora vi maravigliaste, che in una Dio- cefi ricca, vada, popolata il numero degli Ec- cleiiaftici fia talmente riftretto , che gli Ordinandi fi contino folamente a cento a cento. Non è però fiata leggiera la fatica di S. E. nel dare gli Ordini a cento a cento in tre giorni confecutivi. Ma dopo tale fatica qual ripofo credete voi, che abbia prefo ? Vegeto come prima fenza dare il minimo fegno di tedio, o d'impa- zienza ricevè ne'giorni ieguenti l'ufficio delle buone Fefle dalla Nobiltà, dal fuo Clero, da' Superiori Re- golari. Colla fua Angolare affabilità procurò di dare a tutti in quella folla di Soggetti ragguardevoli quafi un'Udienza giufta . Col P. Antonio Loredano Patrizio Veneto, che fi diftingue in quefta Congregazione de' PP. dell'Oratorio, la più illuftre di tale Iltituto ,che fia negli Stati di quello Sereniamo Dominio ,fì trat- tenne un poco più godendo, che gli deferiveffe la pie- tà, ed il numero di chi frequenta la loro Chiefa, ed Oratorio , e come fofle vicina al termine la fabbrica dql loro maeftofo Tempio, dove S. E. ha fatto fare a

fu e

24 fue fpefe l'Aitar Maggiore, e vi ha donato il Quadro rapprefentante la Purificazione di M. V. Titolo della Chiefa,e lavoro del celebre pennello di cotefto Pom- peo Battoni Lucchefe . Col Superiore de Somafchi fi congratulò , che fiorifce Tempre più per numero , e qualità di Convittori il loro Collegio. Parlò con iP.P. Abati de SS. Fauflino e Giovita, e di S. Eufemia de' loro vicini Comizjrcol Padre Guardiano de* Riforma- ti degli Studj del celebre P. Lettor Fortunato, che ora ha dato alla luce il primo delli quattro Tomi della fu a Fifica Mecanica, opera dedicata alNoflro Eminenriflì- nio Padrone . Ne frattanto perde il penfiero de' fuoi poveri , e mentre gli altri auguravano ad Effe le buo- ne Fette , Egli penfava di farle far buone a più bifo- gnofi . Affegnò però 50. Zecchini da diftribuirfì loro. Della maggior parte volle difpenfiere il Signor Conte Sebaftiano Canonico Maggi Arciprete di quefìa Cat- tedrale, Soggetto delle cui qualità, e nafcita quanto diceflì , non farebbe mai quanto potrei, e dovrehbeii dire. Vi bafti il fapere, ch'Egli è non vi dirò folamen- te amato , ma molto flimato da S. E. Ebbero di poi colla dovuta proporzione fecondo l' eftenfione , ed il fito della Parrocchia che difpenfare gli altri Parrochi f e Confeffori di maggior grido. Tra quefti farà certa- mente flato didimo il P. Sanvitali Gefuita cosi foli- to a ricondurre all'Ovile pecore fmarrite, come a ben pafcere quelle, che afcoltano,e intendono la voce di chi le guida . La fua nafcita è nota anche in Roma -, le fue virtù fono notiffime a tutta Brefcia. La ftima, che fa di lui il Sic. Cardinale ,appariice dalle con- ferenze , che tiene con effo almeno due volte la Setti- mana. Ma giacché parliamo di limofine,fappiate,che febbene S. E. non ha desinata alcuna Stanza del fuo

Pa-

25

Palazzo per alloggio de' Pellegrini , e poveri foreftieri, merita non ottante tutta la lode dell' ofpitalità , tanto raccomandata a Vefcovi da S. Paolo . Non giunge in Brefcia Pellegrino , non foraftiere avviato ad altri Pae- fi, che ricorrendo a Lui o con memoriali, o con iftan- za a voce non refti fubito fowenuto. Che dirovvi in- oltre de Cafi occulti, che gli rapprefenta qiiefìo Sig. Canonico Solicini Penitenziere, Quefti più volte mi affermò , che altro non gli mancavate non che S.R. confegnaife a lui la chiave dello fcrigno , di cui pa« rea ad eflfo d* efler il padrone , così ad ogni fua iftan- za era il Padrone pronto ad aprirlo.

Pontificò E. la mattina del Santo Natale nella maeflofa Cappella del nuovo Duomo non men capace d'una ben giuria Chiefa, che dee al di Lui zelo, alla di Luigenerofitàilfiio intero flabilimento. Pare, che le occupazioni , i tedj, le moleftie , le fatiche , che fiancano gli altri , ad Elfo accrescano lena, ed il rendano più. pron- to ad operare. Fu la fera dell'ultimo giorno dell'Anno al Te Deum nella Chiefa de' P.P. della Compagnia di Gesù: la fera feguente fu all' Efpofizione del Venera- bile da'P. P. Teatini , e kcQ Egli la funzione di dare la benedizione a numeroiiiìimo Popolo . Godè in tal' occauone in veggendo quella Chiefa ridotta in forma ugualmente vaga, e divota, e ne fece le fue congra- tulazioni con quel Padre Propofto il P. D. Francefco Maria Ganaflbni quegli, che tante finezze usò a voi, ed a me in Roma, quando vi rifiedeva Procurator Ge- nerale della fua Religione. Ma prima che fpiraffe l'An- no, fentite, che fegnalata teftirnonianza riportò S.E. dall'amore, e (lima che fa di Lui quella Illuftriflima Città di Brefcia. il di 26. dello fcaduto Dicembre ra- dunati i Signori Deputati alla Fabbrica del Duomo,

D veg-

26

reggendo effer vicina a terminarfi la gran facciata, ri- conofcendo l'effetto delle beneficenze del Sic Car- dinale, decretarono, che quella il dovette adorna- re coli* Effigie di S. E. in bullo di fino marmo, e fotto vi fi incideile un aggiuntata Ifcrizione per eternare la memoria della loro gratitudine verfo il gran Benefat- tore . Leggete il Decreto, che vi foggi ungo. Adì 26. Dicembre 1744. L* incejfanti munì feerie dell* Emo Signor Cardinale ANGELO MARIA ^VERINI Zelanti fimo Vedovo di quejìa Citta impartite alla fabbrica del Nuovo Duomo hanno anche nel breve periodo di pochi anni promoffo il fuo vi f bile avv 'andamento y co fu che , oltre E avere con no- tabile fuo dispendio refo atto il Coro al Divin Culto , ha fuceej/ivamente con frequenti coprofjjimi Sujfidj coope- rato al prof egu imento della Facciata del Magni f co Tem- pio. Eccitata perciò ginfiamente la Pubblica riconofcen^a con Terminazione degf lllmi Precejfort 18. Marzo »73^. fu decretato , che compita la Facciata f addetta doveffe in ejfa efjervi t nei fa. un onorevole 1 feritone , con cui ven- ga a render noto alla perpetuità il merito inarrivabi- le di S. £. , e fu pur ordinato , che fopra di effa col- locar vi fi doveffe il Juo Bufto , ed Effigie in fino mar- mo . Ora avendo gì' lllmi Signori Deputati Pubblici in- fra fritti in conferenza cogC lllmi Signori Deputati ali* efpedÌ7fone degli Oratori , ed alla Fabbrica di detto Nuo- vo Duomo concretata l Ifcrizione medefima ne hanno ordi- nato il feguente regiftro .

Angelo Peroni Abbate

Giovanni Arici Avvocato

P<uti Ho Cali -ni Deputato

Girolamo Avcgadro Deputato

Vefpafia.no LuTgago Deputato

Bar-

27

Bartolomeo Caxxag° Stndtco

Camillo Tomvnafi S'indico

Andreas Canajfonus Magif. Civit. Brix, Cane. Ma l'Ifcrizione, direte tofto, dov'è? E* già nella mia raccolta, ma poiché non è ancora porta in pubblica, non giudico proprio trafcrivervela. Tuttavia perche non abbiate a dolervi , che io in cofa alcuna defraudi la voftra curiofità , rifolvo in quefto punto di farvi copia di tutta la mia raccolta , ed intendo di farvi •un dono preziofo , tanto più, che nel comunicarla a voi privo me del piacere di poffederla io folo, e mi contento deli* applaufq, che voi certamente, ed i buoni Servitori del Sia. Cardinal Querini, mi farete, per eiiere (lato mio il bel difegno d'unire in- fieme i giuftì applauii fatti alle beneficenze di S. E, in luoghi tanto lontani l'uno dall'altro. Nella Rac- colta dunque leggerete rifcrizione, che dee fcolpirfi fulla facciata del Duomo, e di più ci leggerete due altre Ilcrizioni 3 che altrove non vi verrà mai il caio di leggere. Quando avrò la forte di fervirvi in quelli Paefi , vi condurrò in Valcamonica non alia caccia delle Pernici, o di Galli ielvatici , che di {ingoiare fquiiltezza quivi fi prendono, a raccogliere le pe- ra di raro fapore , proprie folo di que' terreni 5 vi condurrò in Darfo Terra diftinta in quella Valle a veder? , ed ammirare un Santuario , che tal' è il Moniftero delle Salefiane, che conofee per fondato- re il Noftro Sic Cardinale, poiché Egli folo ha potuto col iuo zelo, e coil'autorità del fuo No- me venerato e da privati, e dal Principe, vincere le tante difficoltà, che inoperabili s'attraverf irono fem- pre a tal fondazione. Voi quivi vedrete la bella Chie- i a , che fpira divozione colla fua vaghezza, per la

D 2 fab-

28

fabbrica , alla quale contribuire il Sig. Cardina- le ogni anno, quanto a Lui contnbmfce laValcamo- nica in tributo, come a fuo Duca, qual'Egli s'inti- tola. Ma quivi voi non vedrete due Iscrizioni di af- fai buon guflo , colle quali quelle buone Religi ofe hanno voluto , che refti in tutt* i tempi avvenire noto il merito di S. E., e per ciò, che ha operato per effettuare la fondazione, e per ciò, che ha contri- buito alla fabbrica . Quella memoria hanno voluto aver* effe fempre prefente, e perciò l'hanno voluta fcolpita nella loro Chiefa interiore , dove il voiìro occhio non potrà giungere. Leggerete perciò le due Ifcrizioni nella mia raccolta Solamente, che di nuo- vo vi prometto, ma prima, giacché mei ritrovo qui tra molte carte fui tavolino, leggete l'Atto Capitola- re di quelle buone Madri, col quale unanimi hanno ftabilito d'immortalare, come per loro fi poteva, il nome , ed il merito dell9 Emo Qu erini.

L'orìgine delle benedizioni > che la Divina bontà ha impartito a quefto Moni fiero della Vi fit astone nel fuo principio , e prò ferimento , deve fi principalmente rico- noscere nel merito fommo de IT Eìno , e Rmo St%. Car~ dinal ANGELO MARIA gUERllVI Ve/covo ^No/irò, il quale non piamente degno jfi ci* aggradire , affentire , e favorire gli animi di que* divoti , e gelanti Soggetti^ che fi mojjero a procurarne la fondazione , ma di fupe- rare eziandio con la fua fapientifiima , e \elanttffima mente quelle difficolta tutte , che aveano arreflato da tale imprefa i fuoi Predecejjbri , attr aver f andò fi quefie al confguìmento de Legati difpofii per e (fa : coficche fi è potuto neir Anno 1729* veder /labilità in queflo adattiamo Luogo . E commìferando in oltre S. E. con la fua paterna pietà i molti bi fogni del Moni (fero per le

fab-

2p.

fabbriche, e mantenimento delle Re ligio 7 fi compiac- que flendere la fua munificenza anche in ciò con dejli- narci ye cederci fin dall' Anno 1732., vita fua durante^ f annuo provento tutto , che col titolo di Duca quefla Valle corrifponde , e farà per corrifpondere al medeft- mo , come Vefcovo di Brefcia : coficchè fi è potuto prin- cipiare , e profeguìre col fuo foccorfo la fabbrica anco- ra di quefla Chiefa nel modo , che fi va profeguendo , con la fperanTja del non lontano compimento della me- defirn a . Quindi è , che defiàerofa la Madre Suor Terefa Caterina Vavafforì Superiora con tutte le fue Re ligio di rendere a maggior gloria di Dio , e del fuo fanto Iflituto della Vifita^Jone in qualche maniera eterna la memoria di gratitudine verfo la carità , e xelo delTE- minentifsimo Benefattore , radunato il Capìtolo con le f olite formalità , è (lata mandata y ed a Voti pieni prefa parte , che refa la Chiefa in i/lato d'ejjere ufficia- ta , debbano nelle parti interne laterali di effa ejfere collocate due Lapidi di fino marmo , che portino ine i l% tnfr aferi t te due Ifcrixjoni , come adattate a fpi egare in parte ì benefit) dal me de fimo ricevuti : dovendo re- (lare nel cuore di tutte le prefenti } e venture Religio- fe di que/lo Moni fiero femore vivo il dolce impegno di porger preci air Altijfimo per la perenne conferva- XJone , e felicita del detto Noflro Clementi jfimo Pa/lore. DalnoftroMoniJl. dellaVifita?^ diDarfo 15. Luglio 1 741 . Sto però a fentire,che voi non mi Tappiate gra- do, né grazia pel regalo , che vi fo della mia raccol- ta delle Ifcrizioni,e che poco vi appaghi, che vi man- di ciòcche non mi chiedete, quando non vi mandi ciò, che mi chiedete con tanta iftanza . Delle cofe minute del Sic Cardinal Padrone tutte de- gne della fua feliciffima penna quali piene di dottri- na,

na, ed erudizione , quali fpiranti divozione , e tene-

rifiimi affetti fecondo il finediverfo,a cui fono dirette, quelle, che io confervo, le confervate ancor voi, aven- dovi io di volta in volta fatto avere ira Efemplare di ciafcuna. E l'ultima, che vi ho fpedita, è fiata la ter- za Paflorale ufcita prima che terminafie l'Alino, e so, che avrete avuto fommo piacere leggendo in effafmen- tita affatto la sfacciataggine di queir Ollandefe , ven- dicatore, o piuttoflo rivenditore di favole , e menzo- gne coir irrefragabile teflimonianza de* documenti ori- ginali prodotti da S. E. come nelle altre lettere al ino Clero , e Popolo avea promeflb . Molte ne fono fiate mandate anche codi ad illufìri Perfonaggi > e però è bene, che fi vegga anche in Roma mai qualche arte- fice di flmil merce avelie da Roma così ben fervito il Corrifpondente dell* Aja. Prima perocché fiano giun- te cofli le due ultime Paftorali,cotefio fpirito gentile, chiunque fia, fi farà arroffito, non è una fronte di ferro, nel leggere pienamente confutate le fue calunnie da' dotti, e giufli Giornalifli di Firenze nella Par. IL del Tomo III. nelle Novelle Letterarie di Brefcia. Cre- derebbe maggiormente il roffore, e la confusione all' Impo flore , ie quelli potefiè leggere ancora le molte lettere da me vedute, capitate qui da più parti a di- vertì miei Amici. Una fola però, permettetemi, che ve ne traferiva delle medefime, che merita veramente cT effer letta con tutta attenzione, uniforme a' fenti- menti moflrati da' fuddetti dotti, e favj Giornalifli, fcritta pure da detta Città di Firenze da Perfona qua- lificata, e coflituita in luminofa dignità . Tutti ì par- ti dell* ingegno fallimi /fimo del Signor Cardinale Guerini "vengono alla luce col gran merito cC effer confecratì all' eternità nelle maniere più fplendide : tanta è la coltura ,

[or-

3*

l* ordine y f erudizione } /a dottrinale la rohnflexXa delle ragioni y con cui fono premeditati > e fcrittt . Tali ap- punto fono le di lui lettere PaJIorali da me lette } e rilette con maravigliofo piacere , e forprendìmento indi- cibile ne* belli jfimì Efemplari } di cui Ella con infinita benignità fi è degnata favorirmi , avendo fpediti gli altri al fuo de [tino jeri mattina appunto . Sono però fi* curo > che l'Autore della calunnia avrà cuore di leg- gerle non folo riempii affi di confusone , ma prima di giungere alla fne converrà che - fi affligga , fi maceri, fi morda , fi rompa - mirando fmafcherata la fua nera, menzogna da gran luce di venta y che non lafcia pun- to di dubio al mondo di non crederlo falfario , male- dico yimpofiore y e fino nel più intimo dell' offa maligno. Mi fer abile l poteva ben fapere , che gli alti ingegni } e gli animi candidi - dare exfpatiantur in auras , e che vox veritatis teftis exringui nequit - . Suo malgrado nondimeno avendo avuto ardire , di j driver e } che -Y 'Emo Queruli faceva conto di trovare nella perfona di Be- nedetto XIV. la medeiìma {implicita , e la medefima bontà jche per il Porporato ebbe Benedetto XIII. -vie- ne a confejjare , e (fere lui così fo/ennijjimo mentitore } co- me fu quel SS ino Pontefice veri filmo eftìmatore del me- rito j e gran conofeitore delle menti elevate. Poiché io non fzprei qual altro Papa non folo de tempi noftri , ma di qualche Secolo addietro fifa gloriar fi } d' aver da- to alla Chiefa un Cardinale y che poffa competere con C Emo ffhierini . Ammiriamo in altri la chiarella del- la Stirpe y ma non la grandezza della dottrinai que- fiamma con poca coltura > In altri qualche tratto a% elo- quenza, ma con poca erudizione. Si rendono altri chia- ri per la magnificenza delle Opere 7 ma difettano ne II* affabilità , nella cortefia } nella moderazione dell'animo^

e fife n-

32

ejfendo vero y che non avvi cofa alcuna in ogni fua par- te perfetta. Ma nelt £. S. che può mai defiderarft} Così non fcriveffi io a lei y come potrei qui ufcire a rendere una pura giu/h\ia air incomparabile fapere yed a quelle virtù fovrane morali y e divine , che a maraviglia ri- fplendono nel grand* animo di quefto Porporato . E farà poi fiata fimp licita, e dabbenaggine quella Benedetto XIII. in donandoci un Cardinale illuflre per f angue, dotto y eloquente , erudito , magnifico y cor- te fé 5 un Cardinale in una parola - potens opere , & fer mo- ne , il quale è la maraviglia anche de Nemici della fede, e della verità ? E quefto Gran Cardinale viene attac- cato di ambizione , e di cupidìgia. O calunniai Ma tut- to il mondo sa l% infinita moderazione dell* E. S., e sa ancora non effer Ejfo di quelli , che afpettano in mor- te a dlfpenfare i Juoi t efori , e vale a dire o quando pia non gli poffono adorare y o più non ne poffono fervire . Deve portar in pace non oflante l* E. S. un peJ/Ìmo trattamento , e tenga per fermo , che fareb- be un miracolo di fortuna , da mettere timore alla gran luce , eh* Ejfo fparge y in tanta abbondanza di fapere , e di virtù, che Iddio largamente nel mede-* fimo collocò , non avejfe un Nemico almeno , che ten- tajje off uf caria in qualche parte colle maligne fue te- nebre . Per uno però y che ha avuto f ardimento f acri- lego di porre la profana bocca nel Cielo fempre fere- no della beli* anima di S. E. y quanti per l* oppofito ne contano , che fanno di lui quella grande Jl ima, e he debbono ì L* Europa tutta , che nutre per il Porporato una veneratone infinita y eccita anche nel povero mio fpirito una pienezza grande di offequio verfo il di lui gran nome y ed un fentimento alto d* approvato- ne , e maraviglia verfo le chiari jjime incomparabili

fa- .

33

fatiche dello fteffo y che il maggior aver non fi puotes dolendomi fol tanto di non faper dire quanto dovrei in riprova della mìa gran divozione , che ho verfo di un Porporato, eh' è la gloria del noftro > e farà / invidia de fecoli futuri ec.

Ma per tutto ciò offervo, che non fiete ancora con* tento. Gran Personaggio, mi replicate, che fu cono- fciuto,ed ebbe dittimi fegni di (lima da S. E. quando fi tratteneva in Roma Miniftro della Sereniflima Repub- blica per le note vertenze d'allora, brama avere tutte le produzioni del Sic Cardinale, i Libri , le De- cadi delle fue Lettere, le Omelie da Lui recitate dalla Sedia Epifcopale, le Paftorali fcritte al fuo Clero, e Popolo. Ma come poflfo compiacere voi, e fervire co- tefto Perfonaggio, le io , che potrei efière ricco col poiTefTo di una doviziofa miniera d'erudizione, per mia dappocaggine ho trafeurato di efferlo / M'avete voi con tale ricerca rinovato il pentimento , che ho avuto più volte d* effer mancato a me fteilo con aver troppo tardi penfato a confervare gioje cosi preziofe. Farò non ottante il poffibile per rendervi contento. Sarà caparra della mia diligenza la lettera, chequi complicata vi mando , perche me ne fate diftinta pre- mura, fcritta al Noftro Eminentiflimo dal fu Cardinal ài Noailles poco prima di morire l in cui rafferma la fua fommiffione alla Santa Sede con accettare la Co- ftituzione Vnigenitus , fatta (lampare non fi feppe da chi, mentre l'Armata Francefe era in quefte vicinan- ze . Due efemplari per voftra , e mia buona ventura me ne ritrovo, e tofto mi privo di uno per farne a voi, o ad altri un dono. Le Opere grandi non mi (ara dif- ficile ottenere da S. E., che di effe regala , prima d'ef- fere ricercato, le Librerie più infigni d'Italia , oltre

E tutte

34 tutte quelle di quefta Città . Delle altre Opere più , o meno grandi, quelle, che io non avrò, fpero ritrovare appreflò il Sig. Canonico Francefco dalla Corte Pro. pollo di quefta noftra Cattedrale , o appreffo il Sig. Conte Giammaria Mazzuchelli.il Sig. Canonico dal- ia Corte col bel genio acquiftato in Roma, quand* era Convittore nel Seminario Romano , unifce quanto mai può capitargli alle mani de'Vefcovi d'Italia, e fuori , ed ha con tale raccolta formato un Mufeo de- gno della ftia erudizione , di cui in tal genere non fo dove poffa ritrovarfi il limile. Non dubito , eh* egli non confervi ogni più minuta cofa del fuo Vefcovo, delle di cui Paftorali fatiche , e opere di pietà è flato testimonio oculato in tempo delle fagre Vifite della Diocefi, e fono certo, che la di lui gentilezza mi per- metterà di far traferivere quanto farà per abbifognar- mi. Lo (ledo fpero dall' umaniffimo Sig. Conte Maz- zuchelli. Queftì avrà forfè nella fu a copiofa, e fcelta Librerìa qualche cofa, di cui S. E. avrà fatto dono a lui folo . Palfa tra elfo, e l'È. S. confidente commer- zio di letteratura, e perche poffono parlare infieme dello fteffo linguaggio , l'udienze , che fi danno al Sig. Conte fono affai più frequenti ,e lunghe', cre- do , eh' egli efea mai fenza aver fatto acquifto di re- condite notizie, per la grand' Opera , che ha tra ma- ni, dell' Iftoria de' Letterati d'Italia. Quanto vi pro- metto di ciò, che ftampato,o manuferitto è parto del fecondi Aimo ingegno del noftro Emo Padrone , tanto non poffo afficurarvi de' Rami, che rapprefentano le magnifiche Opere della fua inefauftagenerofità, perche quefti non fi poffono ricopiare, che da un altro bulino. Io gli ho raccolti tutti : cotefta Chiefa di S. Marco > quella di S. Gregorio 5 Y aggiunta fatta dalla Santa

Me-

5*

Memoria di Clemente XII. alla Librerìa Vaticana per riporvi i Libri donati , e da donarli dal S i g. Car- dinale alla medefima s il Cortile del Palazzo di S. Marco s la facciata, e lo fpaccato del noftro Duomo 5 la Villa di S. Euftachio* la Statua di Benedetto XIII. polla fopra il maeftofiffimo Sepolcro del medefimo nella Cappella di S. Domenico nella Chiefa di S. Ma- ria fopra Minerva. Gli ho raccolti tutti, ma per non dovermene mai privare , gli ho fatti incorniciare , e con erti hommi fornita una Cameruccia nella mia Cafa di Salò , ficchè quanto a Rami ve la per perduta. Con quefta notizia , che non vi farà forfè molto gradita , finifco la lettera . Dimani parte la porta di Venezia, daddove fono avvifato , che partirà quanto prima per Roma un Galantuomo, che vi renderà quefta mia ili proprie mani . Dallo fteffo riceverete in tale occafion e un Libro da confegnare al Sig.Dott.Gianpaolo Limpera- ni. E* il trattato de Àq&ù Brìxianis del noftroSig. Co: Francefco Roncalli-Parolini , che ne fa un dono al Sig. Limperani,chelo defidera.In tale incontro lo riverire- te in mio nome ricordandogli la mia fervitù, edi pia- cevoli^ lunghi difcorfi, che infieme facevamo nella Sa- la Regia nelT ultimo paffato Conclave. Ditegli anco- ra, che prefto ufcirà alla luce la grand* Opera , che riguarda la Medicina pratica prefente di ttitt' i Popoli dell* Europa, comporta dal medefimo eruditiflimo Sig. Conte . Così quefto Signore colla dottrina fa vedere qua- le ufo faccia del tempo, e colle ftampe, quale ufo faccia delle fue abbondanti fortune . Anche in Lombardia vi fo- no de' Medici , che ben forniti di patrimonio ftudiano per diletto, e vogliono giovare al pubblico a proprie fpefe. Se la lettera è lunga, leggetela in più volte, come in più volte io l'ho fcritta. Ella è di puro ragguaglio,

E z non

3*

non encomiaflica, come alcuno ha credute le altre

due, che feci {lampare in Salò, per la qual cofa un mio Amico mi ha rimproverato col Tegnente Epigramma: Antonio Sambuca Amico Veteri. Infanfy fojfe futa* laude* celebrare £}UIRINl7

Qm7 quam quifque queat dicere , flura faci ti llunc ìtali, httnc Galli laudante Germanu* , & Anglusi

Qurmeritum aquet.fed landibus , ecquis erit > Par ce fufervacuo tandem , Sambuca y labori 7 Quantu* Jit , fatti* frodi tur ille fui*. Ma io non fono poco conofcitore di me fleflb , che pretenda far panegirici al Sic Cardinale Que- RiNr*. Se voi vi conofcete da tanto , avete dalle mie lettere materia a molti panegirici. Non mi retta, che augurarvi felice l'Anno nuovo. Ma qual felicità vor- rò augurarvi ? Buona fallite , e contentarvi del pro- prio flato , come fo io , benché è più facile conten- tarti del proprio flato in Brefcia , che in Roma . Addio.

Di Voi, mio caro e riverito Sig. Canonico

Vero, e collante Amico Antonio Sambuca

J5-

37

Sig. Canonico Amati (Ti mo.

Brefcia 25. Marzo 1745.

I compiacerò, vi obbedirò, mio caro, e riverito Sig. Canonico, e giacché voi così mi configliate, così mi co- i mandate, pubblicherò colle (lampe anche la lettera fcrittavi il 5. del- lo fcorfo Gennajo, come ho fatto dei- ili l'altre fegnate la prima da Brefcia 30, Luglio, 1 altra 8. Settembre da Salò, e pubblicherò ancora la raccolta delle Ifcrizioni fatte in lode diS. E. mio adorato Padrone, e Benefattore. Quefte, chi fi diletta di Lapidaria, fono certo, che le vedrà volon- tieri unite in un corpo, e godrà, offervando il gii- ito degli Antichi nelle cofe moderne, e confefTerà, che quelli così appunto avrebbero fatta memoria ne* loro marmi delle cofe noftre, e de* noftri Perfonaggi, le cofe noftre, ed i noftri Perfonaggi foffero flati a* loro tempi. Ma la mia lettera, che mai importava, che fi flampaffe? Per la materia, convengo, che me- riti d'effer fatta pubblica, ma forfè la materia perde il fuo grande, efpofta con uno ftile anzi vile, che tenue, A me non preme, che io nulla acquifti col compiacer- vi s preme affai bensì, che vi poflano perdere i fatti eroici del Si g. Cardinale, e che la di Lui ma- gnificenza* la di Lui liberalità, e tenerezza verfo ^po- veri, la di Lui indefeffa attenzione a quanto e l'obbligo di Vefcovo, Tufo ch'Egli fa del tempo in così utili Studj , abbiano dalla mia penna un lume fcarfeg- giante , che non comparivano in tutta la loro gran, dezza. Voi potevate fai vanni da quefto pericolo, e

poiché

poiché avete fatta paflare la mia lettera nelle mani di tutt' i noftri Amici , e di tutti gì' intereftati per la gloria di S. E., potevate lafciare,che,chi bramava, la trafcriveffe, fenza promettere ad alcuno, che glie l'a- vrefte fatta tenere ftampata . Che chiunque l'ha let- ta, l'abbia applaudita , ne fono piucche ficuro > chi l'ha fcritta, non ha qualità, che alcuno fi degni in- vidiare 3 il Soggetto di cui la lettera parla , è già arrivato al pofieflb di alta gloria, che non vi giun- ge l'invidia, il Calunniatore Ollandefe 5 onde o amino me, o venerino il noftro S ig. C a r di n a- l e , non poteano che far plaufo alla mia lettera qua- lunque fia . Ma di quefta , mentre a voftra iftan- fca farà ftampata , giudicherà ognuno ciò , che vor- rà. Altra iftanza, che mi fate, mi mette veramente in anguftie.Mi domandate, ho io notizia di qualche fatto, che comprovi quanto S. E. fia ftata veramen- te aliena dal ricevere il Vefcovato di Padova. Ne ho certamente, ma non è più tempo di far parole fo- pra ciò fenza pericolo di dar difpiacere al S 1 g. C a r- dina le. Avrete già ricevuta la quarta Paftorale, che vi mandai per la pofta , ed avrete veduto , come in efla Egli fi dichiara di non voler produrre al- tre ragioni in difefa della verità, per quanto fpetta lalla fua volontaria alienazione dal cambiar Chiefa. E qual bifogno può Egli avere più di far con altre ragioni conofcere non al folo fuo Clero, e Popolo, ma a Roma , ed al Mondo tutto tal verità , dappoi- ché T hanno confeffata gli uomini onefti d'altra co- munitimele tra quefti il famofo, ed erudito Predican- te Gian-Giorgio Schelornio Bibliotecario inMemmin- ga) perfuafi, e convinti non tanto dalle fue Pafto- rali , che forfè avranno lette con occhio poco amo- ro fo,

3*

rofo, quanto dalla qualità del di Lui animo, la cui

moderazione e fincerità comparifce in tutte l'Opere, che ha date alla luce ? Maggior giuftizia non potea fare ad un Cardinale il Mondo Cattolico, d'au- torità più difappaflìonata fi poteano fmentire le ca- lunnie del mal* affetto verfo chi difapprova co' prò* prj fatti l'altrui ambizione , avarizia, ozio, ignoran- za . Tanto baila ad indennizzare il nome del S i g. Cardinale, e contento Egli di bella onorevole inafpettata teftimonianza fi dichiara di non voler più impiegare la fua penna fopra un'argomen- to rendutofegli ormai odiofo. Ma le rifletto, che il filenzio, che S. E, ha intimato a fteffo , non l' ha però intimato agli altri , credo di potere io a voi ef- porre quanto è noto a me falò de' fentimenti del Pa- drone intorno al Vefcovato di Padova , e vi farò co- noicere , quanto foffe vero ciò , che più volte coftì vi dicea, mentre erano fparfe per Roma nuove funefte della falute di quel Vefcovo Monfig. Minotto, cioè, che Sua Eminenza non avea alcun pen- fiero per quella Chiefa. Nel Mefe di Ottobre dell'An- no 1742. quafi dueMefi prima che morirle il Vefcovo di Padova, vacò una Prebenda Canonicale in quefta Cattedrale. Io, onorato dalla lunga fervitù preftata con illibata fedeltà a S. E. ftante l'aver Elfo moftrato benigno compatimento alla mia debolezza, o mi fia con tutte le mie poche forze, ma con attenzione, e premura maggiore delle medefime impiegato in fer- vido in ben quaranta e più Viaggi da Brefcia a Ro- ma, e da Roma a Brefcia, o nelle fue malattie, oin due penofi Conclavi, o nelle faticofiffime Vifite, con- fidando nella fomma benignità del Padrone, che fola mi potea retadex meritevole del Beneficio, mi feci co-

rag-

4°. raggio diprefentargli le mie umilìiTime fuppliche, per- che fi degnafie di conferirmelo. Reftai confufo veden- do nel C a 11 1) i n a l e molta perpleflìtà , e non po- tendo dubitare del fuo amore verfo di me , benché non meritato , dubitai piuttofto , che ciò nafceffé dal gradimento, che fi degnò Tempre moftrare della mia fervitù , e che però penfando eflb di lafciar Brefcia non voleffe allontanarmi da col Benefizio di Bre- fcia . Quefto mio dubbio fece , che vieppiù mi certi- fìcaffi qual folfe il di Lui animo, e quale il di Lui cuore verfo la fila diletta Chiefa di Brefcia, Con tut- ta fommiflìone m' avanzai a dirgli , che fentendofi irreparabile la vacanza di Padova, quando S. E. fof- fe per pafiare a quella Chiefa, io non fupplicavo più per quella Prebenda, anteponendo l'onore di fervir- lo a qualunque Irato la fua beneficenza poteife dar- mi. Fu quefto un mio finceriffimo fentimento , ma valfe perlopiù accorto fcongiuro, che uno fcaltrito Cortigiano , quale io non fono , poteffe fargli per ifcoprire i più occulti fecreti del di Lui cuore. Per- che fojjìate y rifpofe S. E. , continuarmi il voftro fervi- gio , che mi è Jempre flato caro , cosi fi degnò dirmi, h Prebenda è voflra : io non mi curo di Padova^ e vo- glio morire Vejcovo di Brejcta .

tardò molto a manifeftarfi a tutti quefta ferma rifoluzione di 5. E. per li tanti alTalti, che furono in appreflb dati alla di Lui coftanza. Vacò la Chiefa di Padova . I più forti impulfi , ch'ebbe il Padrone ad accettare quel Vefcovato,voi credete, e crede il Mon- do, che fiano fiati quelli, che gli vennero fatti dalla Corte, e da'Miniftri di Palazzo per comando del Prin- cipe , pubblicati dal Cardinale medefimo per in- dennità del fuo nome nella terza Paftorale -, ma fo for-

4i

io folo , che noti men forti furono quelli , che gli diedero privatamente i Parenti, e gli Amici . La not- te de' 7. Dicembre 1742. capirò un EfprefTo a cotefto Sig. Belloni Banchiere con ordine di far fubito paflare un plico , che gli veniva raccomandato , nelle mani del S 1 g. Cardinale. Contenea quefto lettere di alcuni primarj graviffimi Senatori, che gli facevano fa- pere la morte del Vefcovo di Padova , ed in conseguen- za l'invitavano, l'animavano, lo Stimolavano a paffa- re a quella Chiefa per tante ragioni degna di Lui. Al- le fei ore puntualmente il Signor Belloni confegnò il plico ad uno degli Ajutanti di Camera, che il pre lento al Sig. Cardinale la mattina prima che cele- brale la Meffa. Quel, che la mia fedeltà non volle, che allora vi ridiceli! , or che la cofa fi è meda in di- fcorfo , Tonor del mio adorabile Padrone m'obbliga a manifeftare a voi , ed a chi vorrà da voi faperlo. Ce- lebrata la Santa MeiTa al ilio folito fui far del giorno, mi fece S. E. chiamare. Entrato a ricevere i di Lui co- mandi reftai forprefo veggendolo affai (turbato, e ciò, che non avea mai più veduto, piangente. Mi feci ani- mo a ricercargli la cagione di q-ueflo grande , ed info- lito turbamento:/). Antonio, nfpofemi il Sic Car- dinale , io non mi ritrovajfi così {concertato di falute , e con queflo gonfiore alle gambe , vorrei in que- llo punto prendere le pojìe , e volare a Brefc/a . Una Staffetta mi porta la nuova della morte del Vefcovo di Padova . / miei Amici più cari , e pia confidenti non mi conofcono ancora . Vedete lunghe lettere , colle quali credono efpwnare la mia fermezza. Non ammetterò con- figli , non afco Iterò per f f ve per abbandonare la mia, Brefcia . Voi fate venire tofto da me i mìei Agenti Ruggiay perchè ordini loro come abbiano da contener fi

F in

4* in quefio affare , acciocché io pcffa mettere in calma il

mio animo. Quando ritornerete , pentirete ciò , che il Si» gnor9 Iddio m'avrà ifpirato di fare. Ritornai di a due ore, venendo meco il Sig. Girolamo Reggia, non po- tendo venire il Sig. Abate Gafparo Fratello feniore le non dopo il Coro di S. Pietro, effendo, come fapete, Benefiziato di quella fagrofanta Bafilica . Prefentato- mi a S. E. mi fece leggere il Viglietto, che avete ve- duto ftampato, ferino a Monfignore Illuftriflìmo Mil- lo Auditore Santìffimo, comandandomi di farne fubito copie per farle girare per Roma in quella fteffa gior- nata, come appunto fucceffe, ed in queir ifteffa, per eflerii, trovata giornata di polla, altra copia del mede- fimo Viglietto fu fpedita in Brefcia: il che fervi a me di prova manifefta, immutabile effere la rifoluzione di S. E. di non cambiare la Chiefa di Brefcia con quella di Padova. Ricevette detta copia unita a carat- teri di S. E il Sig. Canonico dalla Corte, di cui vi ho parlato nell* antecedente , ed egli fteffo ha avuto la bontà di comunicarmeli , e quefti resteranno da eilb cuftediti tra l'altre preziofe cole della fua raccolta ac- cennatavi nella mia antecedente. Ne' fuddetti voglio qui portare il paragrafo , che vi fi legge. Accompagna- ti fi trovavano con una lettera latina diretta da S. E. airerudìtiffimoSig.Canonico Aleffio Simmaco Mazzoc- chi in fpi'egazionedi alcune Etimologie Orientali, e del celebre Dittico regalato da S. E. alla Biblioteca Vati- cana > e però della copia di detto loglio cosi in effi 'fu fcritto. Zi e ce /ufo foglio interejfa molto pia Brefcia , che le Lettre fopra /' Etimologie Orientali , e fopra le fpiezarfoni del Dittico 5 e però la prego di farne pubblica lettura ^con fi cucia > che mi terranno conto t buoni Bre- Jciani del mio indiffolubile attacco alla lor Chiefa mia

Spo-

43 Spofa* Dopo di me entrò il Sig. Girolamo. A lui die- de i fuoi ordini , e Ci dichiarò con fentimentj in tutto unifoni agli efpreflì con me. Più volte in que' giorni, venendo elfi onoratiflimi Fratelli al Palazzo di S. Marco, ebbi occafione di conferire or con 1* uno or con 1* altro de' medefimi, cefTavamo infieme d'ammirare il diftac- camento del Sig. Cardinale da ogni maggior deco- ro, e da maggiori ricchezze, e l'amore, che così tenero portava alla Chieia fua Spofa . In tanto crefciuti gì' incomodi a Sua E. , e gonfiandoli Tempre più le gambe, il male fu dichiarato fcorbuto , ed i Medici giudicarono, che dovefle andar in lungo la di Lui gua- rigione. Mi fi fpiegò però S. E. , che non intendeva che io (talli per tanto tempo lontano dalla relidenza della Prebenda Canonicale, di cui aveami beneficato; onde colla di Lui buona grazia partii ildÌ2<£. Gennajo, ha ormai due Anni, col Corriere ordinario di Vene- zia. Quanto fia flato (tentato quel viaggio , quanto difficile, e pericolofo fpecialmente per le altiffime ne- vi ritrovate tra Sigillo , e la Scheggia , ve lo fcriifi già da Venezia s dove parcito da Roma la notte del Sabato non arrivai, che la mattina del feguente Ve- nerdì . Impiegai il rimanente di quel giorno, e tutto il feguente nel portarmi ad inchinare i miei più dipin- ti venerati Padroni il Sig. Cavalier e Proctirator Bar- bone Morolìni,già Ambafciatore delia noftra Repub- blica a cotefta Santa Sede , il Sig. Procuratore Gio: Emo, ed il Sig. Cavalier Antonio Mocenigo tutti e tre buoni Amici del noftro Sic Cardinale . Con tutti e tre potete credere, che non fi parlò, poffo dire di altro , che della (ingoiare moderazione di S. E, della quale benché follerò perfuafi , pure con maravi- glia fentivano volontieri le mie teftimonianze , che

F a- non

44 non aveano eccezione. Anzi uno dell'Eccellenze Lo- ro affai confidente del S i g. Cardinale: io, mi diffe, non ho mai dubitato, che i pentimenti, che S.E. efprime con me in carta , non fojfero [inceri , e det- tati dal di lui cuore magnanimo} tuttavia più ancora me n'accertate voi col racconto de* fatti . Voi altri in jomma penetrate f animo de* Padroni pia intimamente di tutti , ed io, quand-o ho l* incontro , procuro di [co- prire l'animo d'alcuno con interrogare chi tratta fami- gliar mente con ejjo . La fede però, che que* cofpicui Senatori ebbero alle mie aflferzioni , dovete averla molto più voi, e chiunque da voi rifaprà quanto ora vi ferivo. Se i famigliari non doveifero efler creduti neir attediare le azioni de* Grandi, la Chiefa non gli ammetterebbe all' efame per rilevare le azioni eroiche de* Servi di Dio, quando per altro fono elfi, che dan- no maggior pefo alle depofizioni degli altri . A me poi chi può negar fede ? Mentre parlo d'un fatto già fatto certo con prove pubbliche, e irrefragabili, e già fopra il mio merito beneficato dal Sig. Cardinale, fono fuori del fofpetto di parlare per piacergli, e far- mi con ciò ftrada ad ottenere le fue beneficenze . Se bene giudichi ognuno, come gli aggrada: chi mi cono- fee, fa, che D. Antonio Sambuca non è un bugiardo, un adulatore , che non faprebbe difendere 1* onore del Padrone colle menzogne , che non hanno mai lunga vita . Ma feguitando a parlare delle mie avven- ture, dirò così, da Venezia paffai a Brefcia . Non so dirvi quanto reftaffe forprefa tutta la Città , che ve- dendo me libero , e lontano dal P a d r o n e , prima erano incerti del di Lui ritorno, {limarono certiflimo, ch'Ei non foffe per ritornare. Non avea io fiato da rifpondere alle tante ricerche % che da ogni ordine di

per-

4> perfone mi fi faceano dello flato, e delle risoluzioni

di S. E. Io confolava per altro tutti con aflkurarli, che pretto avrebbero avuto il contento di vederlo. Quefti Cavalieri Deputati alla Fabbrica del nuovo Duo- mo, i Capi della Congregazione Apoftolica,i Parrochi appafllonati per li loro poveri , i divoti delle Salesia- ne di Darfo, faceano feda alle mie aflerzioni, e anda- va mettendofi in calma l'animo fluttuante d'ogn* uno. Giunfe di a non molto da Roma la Paftorale del Sic Cardinale , che fparfafi pel Clero, e Popolo fece replicare le benedizioni a S. E. , ed eialtare fem- pre più il di Lui nome come d'un Eroe ne* tempi cor- renti, ne* quali pare, che regni l'ambizione, e l'inte- reife. Queft'è quanto io pollo dirvi per giuftificare la condotta del Padrone per comprova della verità. Ben- ché non vi fia più bifogno , fappia non oftante anche quefto il maligno Impoftore , che tentò di denigrare colle calunnie il di Lui gloriofo nome.

Ma non fono io folo,che poffa attentare dell'animo ingenuo del Sic. Cardinale Qlferini , e del Ilio cuore tutto amore verfo la Chiedi di Brefcia , e p:jrò alieno affatto da tutto ciò, che potea allettarlo ad ab- bandonarla. Tale fi manifcftò con altri ancora, con cui v'era motivo, v'era occafione di occultare fteffo con efpreffioni equivoche, che poteflero pati- re varie interpretazioni. Conofce il mondo letterario tutto il Padre Abate D. Gianandrea Aftezati . Que- fti Monaco di S. Gio. di Parma, ove attualmente è Abate, è di nafcita noftro Brefciano. In occafione del- le vifite, che andava facendo de'fuoi Monifterj,fi tro- vò in Roma all' udienza del Stg. Cardinale, e per T affetto verfo la Patria, e per le ricerche, che gli faceano di qua, avea introdotto il difcorfo fopra il ti-

more,

4*

more, che tenea follecita tutta Brefcia di doverlo pen- dere , quando il Sic Cardinale fu avvifato , ch'era nell' Anticamera Monfignore Illuftriifimo Millo Auditore del Papa, per ordine del quale era venuto af- fine di fapere la finale rifoluzione di Sua Eminen- za intorno la Chiefa di Padova . Prima però di licenziare detto Padre Abate gli difle Sua E m i- N ENZA, le Tegnenti parale - Dite e Scrìvete , che io non voglio abbandonare la mia Chiefa di Brefcia : quefìa l'ho a mano , non mi laccio rapire da maggiori^ onori jìcen%e , da maggiori proventi . Tanto il Rmo Padre Abate Aftezati da Roma hafcritto qui ad Ami- ci impazienti di fapere il commi dettino di quefta Dio - cefi. Ninno però avrebbe mai dubitato dell'animo di S. E. avefifero avuti i rifcQ,ntri della fiia moderazio- ne, che io folo potea aver* avuti . Mentre nell'anno 173P. ferviva il Sic Cardinale nel folito Viaggio- da Brefcia a Roma, fentimrno in Rimini fparfa voce, ch'era in proflìmo pericolo della vita la Sa: me: di Cle- mente XII. ? e le lettere di S. E. lo confermavano. Ri- flette il Stg. CaPvDINAle all'avvifo, ma tofto delibe- rò di profeguire il Viaggio, mi ferì però il cuore, di- cendomi-/^ mai juccedera la di/grafia io voglio retro- cedere . Se non mi curo di nulla y che mi ha da impor- tare t andare a chiudermi in Conclave} Ad un Corti- giano voi potete credere che colpo folle quefto : mi par- ve di perdere in queir iftante tutt' imiei poffibili van- taggi. Non fi vidde allora da altri, che da me, la fin- cerità di tali eipreffioni, ma fi potè quefta arguire da quanto avvenne l'anno appreffo, in cui feguì la mor- te allor minacciata del Santo Padre. Oltre la concre- ta Circolare degli Emi Capi d'Ordine, pervennero fit- bito a S.E.ne'primidiFebbraja preffantiflimi inviti di

Car-

47 Cardinali fuoi Amici, che lo deceleravano con folle- citudineprefente al Conclave. Ma ciò non ottante con tutta quiete fi efpreffe a tutti qui in Rrefcia, che non avrebbe fatto il Viaggio di Roma non nel folito tempo, che vale a dire dopo Pafqua , e con il folito metodo, cioè impiegandovi tredici o quattordici gior- nate . Reftò Egli fiiTo in quefto propofito, quantun- que gli Amici di Roma gli rapprefentaffero , che , fe- guita in quel!' ifteffo tempo la morte del Card. Ottho- boni , venivano a reftar vacanti nello Stato Veneto belle, e buone provifte, per le quali non conveniva, eh' Egli ritardafle a venirfene in Roma con pericolo di trovare il Papa già fatto. Niente neppure per quefto feutendofi la coftanza del Sig. Cardinale fi dichia- rò e in voce , e in ifcritto , che per ftarfene al folito del fuo Viaggio non farebbe capitato in Roma, che dopo tre meli in circa di Conclave , e facetamente fogg ningeva , che niente gì' importava di trovare al fuo arrivo fparecchiata la tavola dal nuovo Pontefice, che folle flato fatto, e che folfe a Lui allora rinfaccia- to il celebre detto : Sera venìentibus offa . Tutte quefte particolarità tenetele pure, mio caro Sig. Canonico, per Evangelio, e quelle ancora, che voglio orafoggiun- gervi , cioè a dire , che maravigliandoli in queir in- contro quefli Signori Bresciani di tanta flemma , con cui S.E. voleva prenderei! Viaggio verfo il Conclave, nonlafciò di aprire a* medefimi un fuo particolare feti- timento quale il è, ed in cui, vi poffo dire, che refta filfo ancora prefentemente, che compiteli le funzioni -novendiali dopo la morte del Pontefice , giacché te- nuti fono i Cardinali, che fi trovano in Roma di con- chiudere reiezione dei Papa, fia poffibile , l'iftefio giorno, ch'entrano in Conclave , ne viene da ciò m

con-

confeguenza,che i Cardinali attenti da Roma ficcome non lono attefi per detta elezione, cosi neppure fiano in obbligo d'intervenirvi, parendo neceffaria mente re- ciproco queft' obbligo, ed il tempo proprio per poter- lo adempire. Ititelo dunque prima 1' Emo Padrone a* provvedimenti della fua Chiefa,e riparati alcuni di- sordini nati , ed eftinti in que' giorni , dopo tre e più meli , ch'era formato il Conclave , partì finalmente a cotefla volta. Raccògliete, Amico, le riotizie, che v'ho date in quefta mia lettera, e dite può averfl maggior evidenza dell' animo moderatiflimo del Sic Cardinale Querini,^ più chiaro può farfi quant'Egli fa libero da quelle paffioni , che a Lui ha oppoile 3'invidiofo Calunniatore. Sarebbe bafrato, che io pub- blicarli prima ciò , che a voi ora ferivo privatamente, per ifmentire le impofture > ma non dovea io prender la mano al Padrone, che difendo valorofamente (leflfo. E crediate, v'era bifogno,ch*Egli fcrivefle le ben concepite Paftorali , alle quali mi piace farvi fapere l'applaufo, che venne fatto da Soggetti di Iti- ma, giudici incontaminati.

Da Roma un rinomato Letterato tra primi , che fervano cotefta Santa Sede, fcrive così: Ho ricevuto col dovuto offequio le Paftorali di S. E. , con le quali non purga se dalle inique , e fcandaloje maldicente dell* Eretico Ollandefey non avendo b fogno di purgar fi , chi limpidi jfmo , e puro è fenxa macchia veruna 5 ma fcuo- pre con evidenza , diro , geometrica l'altrui malignità^ furore , e f rene fa . Tutto il Mondo ne rimarrà piena- mente perfuafo . Ma che ferve tant* acqua , e tanta fa- tica per imbiancare un Etiope ? Parlano in cambio di S. E, tante infgni opere dalla Mede firn a Hintraprefe 0 per l* ingrandimento del fagro culto , 0 per il fovvem-

mento

49 a mento della povertà , o per la difefa della vera Reli- gione yo per l'accref cimento delle faenze , e dell'erudi- zione* Parlano oggiy e parleranno per tutti i tempi . ec. Da Firenze così fcrive un ragguardevoliflimo Sogget- to coflituico in dignità : Un belli jfimo esemplare delle Lettere Paflorali dell'Emo ^ig.Cardinale^ue* ri n I compimento } e corona delle di Lui giuftific azioni mi fa tenere Ella dal Sig .N. N.yche mi rende degno di ricevere così ine/limabili t eJori . Io glie ne rendo of fequiofe grafie , e tante glie ne vorrei faper rendere , quante fi convengono ad una produzione nobile 9 aj- fi/ìita da prove di tanto pefo> che le maggiori, le più luminose pojjono averfi nel Mondo tutto . Colle medefime ha S. E. prò/irata l% Idra maligna in guifa , che parmi di vederla fra gli ultimi palpiti recere dalle recife fue tefte il nero veleno 5 confiderando , che Iema- le arti fue fi fono mutate in un jolenne trionfo per il S i g. Cardinale; poiché da loro necejjìtato tali documenti , e di tanta di Lui gloria ha dovuto donare al pubblico y che bifognarebbe e (fere uno flipite , a non conofcere la grandexxa dell* animo del Porporato , non folo alieno da ogni ambizione , e cupidigia , ma tem- perante y forte y generofo , e veramente Eroico. Quefti documenti illuftri intrecciati nelle lettere del dot ti f- fimo CARDINALE con tant* arte y che vi fembrano natiy in leggendogli , mi hanno fatto fovvenire di quella gra- yìjfima fentenxa di Cicerone y che - tantam femper po- tentiam veritas habuit,ut nullis machinis, aut cujuf- quam hominis ingenio , aut arte fubverti potuerit,- fflumdi tengo per fermo } e così deve credere chiunque abbi a fol tanto il fenfo comune y che l* Impoflore in vir- tù di quefte allegagioni a guifa di fpirito immondo do- vrà anday fcor 'rendo -loca inaquofa>quaerens requiem,

g &

.

& non inveniens - portando fitta nel cuore la micidia- le faetta fenxa che la rea coscienza glie la lajci depor- re in eterno . Sia dunque per fempre benedetto il Si- gnore y il quale avendo con gran luce di verità magnificata ì: EMINENZA SUA negli occhj di tutta: i univerfo Mondo , farà anche , che la medefirna ve- rità jìa un fulmine y che a' Nemici della fua Chiefa % già dall' eruditi fftme /lampe del Porporato abbattuti > rot* ti y e disfatti , tr ap affi C anima . Fratta?tto io non ceffe- mal di pregarlo a confervare lungamente y e con prò» fperevole Salute f EMINENZA SUA per vantaggio di cote/la fortunata di lui Greggia } per onore del Sagro Apo- jiolìco Collegio y e per gloria di tutta la Cattolica Lette- raria Repubblica 3 cui è il lume maggiore } l'appoggio, più forte , e l* unico /o /legno , ec.

Trovandoli in Villa uno di quefti primi Perfonaggi, cofpicuo per nafcita,e per dottrinala fcritto ad altra Perfona pure ìlluftre qui in Ikefcia, lodando non folo le Paftorali dell* E. S.} ma foftencndo, che fo0e necef- iario lo fcriverle,ed aflerifce,che:i> menzogne devono effer rovinate in erba , e fermate con una pubblica menti- tafubitOy che compari/cono. I maligni /fono tirar con- seguenza di ciò 3 che ninno contraddice a* fatti ftampatl . Un fecondo Autore fi crede in poter di citare ciò , che non è /iato contraddetto > un ter\o lo cita ancor più ar- ditamente > e così la folla de tefìimonj- fremine contradi- cente-fa pa [fare per vero ciòcche in fondo non è , che una Ucenxlofa calunnia . Ben l/la dunque all' Impofìore , che coi f oliti forti argomenti y ed autentiche di SUA EMI- NENZA refi confufofe di martello diventi incudine } fic- chi? colla di Lui produzione moflruofa ynon abbia prodotto , che dell' orrore a mede fimo } e delle belle nuove cogni- zioni y che l'È. S. va /coprendo nelle f apologetiche Pa- florali. Se

- . - 5r

Sebbene non mi fate in grazia parlar più ne del Ve-

fcovatodi Padova, delle maligne calunnie inventa- te fi sa,o non fi sa da chi, ma che non poteano etter pubblicate non da un Eretico in paefe tanto lonta- no da'noftri. Io non folito a fcrivervi non delle azioni del Sig. Cardinale, quefte voglio, che diano materia anche alla lettera prefente , e voglio farvi un breve racconto di ciò } che di più rimarcabile fucce- dette da' 5. Gennaio aquefta parte dopo l'ultima mia. Il giorno de* SS. Fabiano e Sebaftiano mandò l'È. S. come ha per coftume di fare ogni anno , a poveri ma- lati di quett' Ofpitale Maggiore il regalo di 24. Zec- chini, acciocché ii provedettero di bifcottini. Per ve- rità fono così ben affittiti que' poveri per la carità, e vi- gilanza de' Signori Governatori, che pare, che altro lo- ro non manchi, non tali delizie. Il giorno dedicato a'noftri Santi Fauftino e Giovita, Cittadini, e prin- cipali Protettori di Brefcia , celebrò Egli nell'Orato- rio della Congregazione Apoftolica , ove con interna allegrezza, che gli compariva f tigli occhj , corrumicò rutt'i Fratelli, che compongono quefta numerofa,pia, e divota Radunanza . Lafciò di poi ì foliti cento Zec chini da diftribuirfia'poveri,e la fletta mattina centone fece pattar alla Catta Secolare , e cento all' Ecclefiaftica della Fabbrica del nuovo Duomo per animarci fabbri- cieri al profeguimento della maeftofa facciata. Così il Sig. Cardinale folennizzò il giorno de Santi noftri Protettori, della gloria efterna de* quali poffiamo dirlo benemerito, dappoiché cogl'indefeAi fuoi Studj, da' qua- li ne viene fempre nuovo luftro alla Chiefa, e nuovi lumi alla Storia Ecclefiaftica , ha ritrovati innegabili do- cumenti , che rendono certa la loro apparizione filile mura della Città , attediata dal Pianino, che fpaventata

G 2 da

5*

da quella vifta levò incontanente TafTedio. Della fcoper- ta felice delle incontraftabili teftimonianze in prova di tal verità non folo fece confapevole un degniffimo Concittadino de* Santi Martin il Rmo Padre Abate D. Cipriano Benaglia ora Prefidente della Congregazione Cafinefe colla lettera , che avrete letta ftampata , ma per eccitare vieppiù la divozione verfo di elfi, ottenne dal Regnante Sommo Pontefice , che ne facefle eterna memoria coli' aggiunta della fefta lezione al loro Offi- cio, che ora fi legge da tutti gli Ecclefiaftici con tene- rezza^ dà motivo, che ne parli tra il popolo, che con maggior confidenza implora il loro patrocinio.

Bramate fapere, come S. E. abbia paffati gli ultimi giorni del Carnovale ? Udite prima, come fi paflàno in Brefcia. Sin nell' anno 17 19. il Signor* Iddio ifpirò al cuore d'uno di quefti Mercanti di perfuadere alcuni fuoi pari a fare un fanto ufo in fuffragio dell' Anime de' Defonti del tanto denaro ,che a quel tempo fi pro- fondeva ne' giorni di Carnovale in convenzioni , in danze, in tripudj. Si (labili però un Officio folenne in benefizio de' Morti con buon numero di Mefle . Piac- que cosi a di lui Compagni il pio difegno , che negli anni appreffo inforfero due divote fazioni, poiché di- vifi dagli Ammogliati i Giovani liberi (voi che vi pic- cate di lingua Tofcana dirette più volentieri gli fmo- gliati ) fcelte le dueChiefe più capaci di Brefcia, quel- la de' Minori Offervanti, e quella de' Carmelitani, gli uni a gara degli altri fenza rifparmio di fpefa diedero principio alla fagra efemplare funzione d'un Triduo, che tuttavia non folo dura, ma prende ogn'anno mag- gior aumento. E di ciò ha il fuo gran merito il noftro Sic Cardinale, che fenza parzialità tiene viva la fanta emulazione tra i due partiti, animando coll'ap-

prò-

il

provatone, e co'giufti applaufi e gli ammogliati, e i non ammogliati a profeguire nell' imprefa ringrazian- dogli, e benedicendogli perche abbiano faputo conver- tire in giorni di divozione i giorni , che fi credono di maggior licenza . Anzicche per vieppiù infervorare la comune pietà verfo i morti, ha Egli ottenuto dalla Sa. Me.diClementeXII.il privilegio di poter, anche cor- rendo l'Officio di rito doppio, celebrare le Mefle^ Re- quiem, le quali in alcuno di que' giorni fi contorono ce- lebrate fino al numero di 500. A quefto numero de' Sacrific; corrifponde la divota pompa dell' Apparato, corrifponde la quantità delle Cere, corrifponde la qua- lità de* fagri Oratori , che al giorno ( diciamolo così alla Romana ) dopo fatta f Efpofizione perorano a favore de* trapaffati . Io in tanti anni del mio fog- giorno in Roma non ho veduto magnificenza , che uguagli quefta , in Venezia, che guittamente ha tanto grido pel ricco confumo di Cere, fi vede mai una tale illuminazione. Vedete , che mi compiaccio nel defcrivervi e la pietà, e le ricchezze della noftra Città. Ora a quefte funzioni intervenne la terza fera de' Tridui l'Emo Padrone , e l'ultima fera del Car- novale fece Elfo la repofizione del Venerabile data la benedizione a numerofiflimo Popolo nella Chiefa de* P.P. Teatini. Co'n tali difpofizioni entrammo in Qua- fefima: ora fi ode la predica, fi affitte alle funzioni di Chiefa. Il Sic Cardinale tutte l'ore libere allo Studio, e già ha terminato la Diatriba, che dee premetterli al fecondo Tomo delle Lettere del Cardinal Polo. Sopra quefta tra molte lettere capitate a diver- fi Letterati qui a Brefcia, una ve n'ha, che merita fpecialiflima menzione per eflfere ftata fcritta da un Cavaliere pieno di merito, e di letteratura non meno

prò-

54

profana, che fagra, e che può dirli uno de' lumi prin- cipali della noftra Italia.* qual' elogio ho avuto io in quefti giorni fotto gli occhj fatto al medefimo dall'Ora- colo di fublimiffimo Sovrano intendimento. Ecco i ter- mini facciati, ma fuccofi,co' quali Egli fiefprime nel- la fua lettera: Notizie ri levanti ffime > riflefftoni egregie^ ed opportuniffime , vaflita di cognizioni , fi ile , razioci- nio ? prudenza , belle cofe di fot t errate } f Eroe meffo da ogni parte in ftcuro ec. ec. ec. in voce molto più direi . Sen- za che io vi dica l'eruditiffimo Perfonaggio , non vi fa- rà difficile raffigurarvelo.

Avrete già lette le due lettere ftampate di S. E., Tima al Padre Generale de* Monaci Girolamirii, l'al- tra a cotefto Monfignor Illuftriffimo Antonelli. Tut- to ordina, e difpone la Provvidenza. Era neceffario, che ufciffe il Breve, che priva del Rotolo i Cardi- nali Vefcovi,che fi trovano in Roma dentro il tem- po limitato , e ftabilito da lunghiffimo tempo dalle Coftituzioni del Sagro Collegio, acciò il Padrone fa- cefle fapere al Mondo l'ufo eh* Elio ha fatto , e che avreb- be feguitato a fare , delle propine Cardinalizie Al Padre Reverendiffimo Galimberti arrivò la lettera di S. E,, dalla quale intefe la novità, che potea far di- sperare le ulteriori beneficenze del Porporato per T abbellimento della lor Chiefa di S. Aleffio 5 ma nel medefimo tempo reftava accertato dell' inefaufta di Lui generofità,che foftituiva altra rendita a quel- la , che prima avea affegnata al riftauro di quella Chiefa . Obbligò quefta talmente l'animo ài quel Padre Generale, e degli altri Monaci Graduati, che non avendo altra maniera di moftrare la loro gra- titudine airinfigne Benefattore , raccolti capitolar- mente , unanimi decretarono ? che fi dovette far la,*

vo*

rr . 5*

vorare in marmo un bufto coir Effigie di S. E. per

riporlo nel luogo più nobile del ragguardevole Mo- niftero dell' Gfpedalctto, lolita R.efidenza de* P.P. Ge- nerali, fotto cui li doveile fcolpire un1 aggiuntata Kcvu £ione,che accennafle la di Lui benemerenza, che len- za efempio fin al preferite a que' Monaci fperan- xa, che pofìa effere d' efempio ad altri per 1' avve.- nire. So, che il Bufto fi lavora prefentemente da perito fcalpello in Milano , e 1' ifcrizione già pre- parata, la irovarete {lampara , come vi ho promeffo. Per verità alla {ingoiare generofità del Pabroke non fi dovea meno chiara , e meno illuftre teftimo- nianza di quella, che farà in tutt' i tempi una la- pida sì onorevole . Prima di chiudere quefta mia let- tera vi voglio dire , che già pochi giorni abbiamo avuto di volo qui a Brefcia il gentiliffimo, ed a voi ben cognito Signor Abate Sonzogno, il quale fi è pub- blicamente protestato d'aver ritrovato in quefto Pa- lazzo Vefcovile due maraviglie da eflb non afpetta- te j Tuna che S. E., dopo donati i fuoi Libri alla Vaticana, fi è fatta nafcere una nuova Biblioteca, che ormai riempie moke Stanze 5 la feconda , che il detto Palazzo fi trova oggidì ridotto ad un am- piezza, e vaghezza, fimile alla quale non avea cer- tamente il Palazzo di Monte Cavallo , e che però l'abitazione del Vefcovo di Brefcia, compita che fia —la nuova grand' Ala , che fi trova oggidì molto av- vanzata, farà piuttofto abitazione da Papa che da Vefcovo. Se ciò fia vero, lo potrete fapere voi ftef- fo dalla viva voce di detto Sig. Abate, che,fubito dopo Pafqua,ha divifato di metterfi in Viaggio per cotefta parte, ma fopra tutto domandategli della ma- raviglia del Duomo nuovo.

Con

Con quella notizia pongo fine alia lettera . Le lettere lunghe fogliono terminarli con domandare compatimento all' Amico del lungo tedio 5 ma io , che fo, che le mie a voi non recano non piace- re, fé debbo predar fede alle voftre efpreffioni, fen- za più dandovi un tenerifllmo abbraccio , mi offro tutto a*Yoftri Comandi, e fono , e farò eternamente*

Di Voi, mio caro e riverito Sig. Canonico

Vero, e collante Amico Antonio Sambuca

Sot-

Sotto il Portico della Bq/ìlica di S. Marco di Roma .

ANGELO MARLffl TIT. S. MARCI CARD. QUIRINO

EPISC. BRIXIEN. S. R. E. BIBLIOTHEC.

QUOD

VETERIBUS FATISCENTIBUS

NOVA IN PRESBYTERIO SEDILIA CONSTRUXERIT

VERMICULATAS IN FORNICE PICTURAS RESTITUERIT

ET PARIETES HOLOSERICIS PERISTROMAT1S

HONESTAVERIT

BASILICA UNDIQUE SUM MUNIFICENTI jE INSIGNIBUS

EXORNATA

CAPITULUM ET CANONICI

BENEFACTORI EXIMIO SEMPITERNA MEMORIA

RECOLENDO

VITA SUPERSTITE

MISSAM DE SPIRITU SANCTO

DIE INAUGURATIONIS AD PURPURAM

POST EXUTAM VERO MORTALITATEM

ANNIVERSARIUM PERPETUUM

DIE DEPOSITIONIS EJUSDEM

QUOTANNIS RITU SOLEMNI CELEBRANDUM

UNANIMI LICET IMPARI ACCEPTIS GRATIIS VOTO

SANXERUNT

SANCTIONEMQUE SUCCESSORES OBLIGATURAM

MARMORE 1NSCULPI CURARUNT

ANNO DOMINI MDCCXXXV.

a Nel

Nel Coro di S. Marco.

CHORO SEDIBUS JAM INSTRUCTO

THOLIQUE PICTURiS REFECTIS

ANGELUS MARIA TIT. S. MARCI CARD. Q.ÙIRINUS

ANNO DOMINI MD.CCXXXV.

OPERI CORONIDEM

NUMISMA HOC

POSUIT.

Nel contorno della Medaglia di Paolo 11. di bronzo dorato, eh' è nel mezzo del Coro di S. Marco f opra lo Sedile

Maggiore .

PAULO II. VENETO

PONT. MAX.

SACR-E HUJUS -EDIS

INSTAURATORI.

Nel

. Nella Cappella dell' \Augu(lijfimo Sacramento in detta Bafilka ,.

SACELLUM HOC

SANCTÌSSIMi SACRAMENTI

IN QUO

SCILICET IN IPSOMET SEPOLCRO

MARCI BARBI CARD. AQUILEJENSIS

CINERIBUS ADSERVANDIS EXTRUCTO

IISDEMQUE VACUO FORTE REPERTO

SUOS TUMULARI MANDAVERAT ROMjE GRAVI MORBO DECUMBENS ANNO MDCCXXXVIL ANGELUS MAR. T1T. S. MARCI CARD. QUiRINUS S. R. E. BIBLIOTHEC. ET EP. BRIX. SOSPES ARA THECA EUCHARISTICA SEFHS ALIISQJJE ORNAMENT1S INSTRUXIT ANNO MDCCXXXX.

S

a 2 m/

Nel Presbiterio della flejfa Ba/ìlica di S. Marco a cornu Evangelia ,

DILEXI

DECOREM DOMUS DEI

ET LOCUM

HABITATIONIS GLORIA, SUM

* * •* *

ANGELUS MARIA QUIRINUS

S. R. E. CARD. BIBLIOTHECARIUS

EPISCOP. BRIXIENSIS

TITULARIS S. PRAXEDIS

ET S. MARCI COMxMEMDATARIUS

ANNO DOMINI MDCCXLIV.

Neil' altra parte a cornu Epiftole.

DOxMINE

TUA SUNT OMNIA

ET QU^. DE MANU TUA ACCEPIMUS

REDDIMUS TIBI

5V * * * * * K

ANGELUS MARIA QUIRINUS

S. R. E. CARD. BIBLIOTHECARIUS

EPISCOP. BRIXIENSIS

TITULARIS S. PRAXEDIS

ET S. MARCI COMMENDATARIUS

ANNO DOMINI MDCCXLIV.

So-

Sopra la Porta efleriore della gran Camera del Quarto Cardinalizio nel Palazzo di S. Marco.

VENETORUM

SACROS FASTOS

INTUS DESCRIPSIT

ANGEL. MAR. CARDI N. QUIRINUS

OBSEQUII ET AMORIS

ERGA PATRIAM

MONUMENTUM

ANNO MDCCXXX.

Sopra la Porta del Cajlno detto Quarto Cardinalizio

in S. Marco.

TITULARIUM

USUI ANGELUS MARIA

CARDIN. QUIRINUS

AMOENUM HUNC SECESSUM

HYBERNAM MANSIONEM

AMBULACRA BINA

ADAPTAVIT.

Nelh

Nelle quattro facciate della gran Sala del Quarto Cardi*

nalizioy ove fono dipinti Sagri Fafli Veneti

vi fi leggono li feguenti Verfì *

SI PRECLARA CUPIS COGNOSCERE GESTA VIRORUM QUORUM DUMTAXAT NOMINA PICTA VIDES GRANDIA CIACONI SCRUTARE VOLUMINA DISCES QUANTA INSIT VENETO- GLORIA QUANTUS HONOR

©5X22) ©©(52)

In detta gran Sala > ove fono i cinque Dogi> che abdicato il Principato hanno vefiitola Cocolla Monadica fi legge.

REGIA S£PE CHLAMYS SACRO MUTATA CUCULLO EXIMIUM VENETI RELLIGIONIS OPUS.

MILLE DUCES MONSTR AT VENETORUM BELLICA VIRTUS PRJE CUNCTIS CELEBRES EXHIBET HOS PIETAS.

©S3(£!D

Nella Bujfola di detta gran Sala , ove il prof petto di Venezia in lontananza.

HEROAS GENUISSE SACROS QUOS VIDERIS INTUS URBEM NIL MIRUM QUAM POSUERE DEI.

S9-

Sopra la Porta della nuova m'àejlofa aggiunta fatta alla Bi- blioteca Vaticana dalla Sa. Me. di Clemente XII. per col- locarvi i Libri donati,e da donarfialla medejìma da S.E.

CLEMENS XII. P. M. CORSI NUS

EXGIPIENDIS ET ADSERVANDIS IMPRESSIS CODICIBUS

TAM SUA LIBERALITATE

QUAM DONO CARDIN. ANGEL. MAR. QUIRINI

S. R. E. BIBLIOTHECARII

AD REI LlTERARIiE

ET BIBLIOTHECiE VATICANA JNCREMENTUM

COLLATIS

NOVISQUE ALIIS LIBRORUM ACCESSIONIBUS

INSIGNI AULiE HUJUS ADDITAMENTO

EJUSDEM BIBLIOTHEO& SPATI A LAXAVIT.

ARMARIA PLUTEOSQJJE CONSTRUXIT ANNO DOMINI MDCCXXXII. PONT III.

Nel-

Nella Cappella Maggiore di S. Gregorio nel Monte Celio a cornu Epittolce.

S. GREGORIO MAGNO QUEM HUJUS TEMPLI jEDES PATRONUM ALTERUM ANTEA CONDITOREM MONACHUM ET ABBATEM VENERANTUR -EQUE AC ANDREJE APOSTOLO DEVOTI CULTUS OBSEQUIUM PR.ESTATURUS ANGELUS MARIA TIT. S. MARCI CARDIN. QUIRINUS S. R. E. BIBLIOTHECARIUS SACELLUM HOC ORNAVIT ' QUO GRATI PARITER ANIMI ERGA MDIVM. INCOLAS CAMALDULENSES MONACHOS

OB VANGADICIiE ABBATIAM

QUAM IN EO ORDINE OBTINET,

STATUERET MONUMENTUM

ANNO MDCCXXXIV.

4/-

9 «Altra nella ftejfa Chiefa a corna Evangeli}.

S. ANDRENE APOSTOLO

QUOD SOLEMNI EJUS DIE

TRIGESIMA NOVEMBRIS

ANNI MDCCXXIII.

IN BASILICA S. MARCI

EPISCOPALEM UNCTIONEM

RECEPERIT

ANGELUS MARIA CARDIN. QUIRINUS

ANTISTES

PRIMUM CORCYRENSIS

DEINDE BRIXIENSIS

VENERATIONIS ARGUMENTUM

TANTIS AUSPICIIS DEBITUM

EXHIBITURUS

PRINCEPS HOC SACELLUM

TEMPLI EIDEM DICATI

ARA IMAGINE PAVIMENTO

ALIISQUE ORNAMENTIS

INSTRUXIT

ANNO MDCCXXXIV.

Nel

IO

Nel Portico di detta Chiefa àf S. Gregorio.

ANGELO MARIiE QUIRINO S. R. E. CARDINALI BIBLlOTHECARIO

QUOD TEMPLI HUJUS PRINCIPEM PARTEM PLURìBUS ABHINC ANNIS PRiECLARIS ORNAMENTA INSTRUXERIT RECENS VERO UNIVERSUM IPSUM MARMOREO SPLENDIDI OPERIS PAVIMENTO DECORAVERIT CAMALDULENSES MONACHI GRATI ANIMI ERGO M. P. P. ET QUOTANNIS DIE NONA DECEMBRIS QUA IN AMPLISS. CARD. ORD. EST COOPTATUS SOLENNI MISSA DE SPIRITU SANCTO QUOAD VIXERIT DEFUNCTORUM VERO POST EJUS OBITUM QUA DIE NATURjE DEB1TUM PERSQLVÉT MUNIFICENTISSIMI PRINCIPIS MEMORIAM PERPETUO COLENDAM SANXERUNT ANNO CHR. MDCCXL'V.

<2£)(5©

Sot-

I I

Sotto il Rame fatto incidere da S. E. rappresentante la Statua di Benedetto XllLOrJìni fatta a fpefe dell' E. S. e pofla fopra il Sepolcro di detto Pontefice nella Cap- pella di S. Domenico nella Chiefa della Minerva .

STATUAM HANC MARMOREAM

BENEDICTI XIII. P. O. M.

AD EJUS TUMULUM

IN iEDE S. MARINE SUPER MINERVAM

APPONENDAM CURAV^T

GRATI ANIMI MONUMENTUM

ANGEL. MAR.TIT. S. MARCI CARD. QUIRINUS

S. R. E. BIBLIOTHECARIUS

ET BRIXIENSIS EPISCOPUS

ANNO CHR. MDCCXXXV.

b 2 Nei.

12.

Nella Cbiefa di S. Prajfedv nel Monte E f quii ino ,

dov è fiato polio un bajfo rilievo da S. E,

rappresentante il Cardinal Pico.

LUDOVICO PICO MIRA NDUL ANO

S. R. E. CARDINALI

EPISCOPO PORTUENSI

OMNIBUS ANIMI DOTIBUS

QU^E SACRUM PRINCIPEM MAXIME DECENT

ORNATISSIMO t

QUOD

DUM JEDIS HUJUS TITULUM GERERET

SE SE BENEFACTOREM MUNIFICENTISSIMUM

EIDEM EXHIBUER1T

SUUMQUE TANDEM COR IN EA REPONI

MANDAVERIT

ANGEL. MAR. CARD. QUiRINUS

S. R. E. BIBLIOTHECARIUS

SUMMUS TANTI CARD1NALIS VIRTUTUM

ADMIRATOR

EJUSQUE IN IPSO T1TULO S. PRAXEDIS

SUCCESSOR

ANNO REPAR. SAL. MDCCXXXXIIIL

P. C.

Nel-

13

Netta Chiefa di S. iAhJfh nel Monte ^Aventino*.

ANGELO MARI.fi QUIRINO

S. R. E. CARDINALI

EPISCOPO BRIXIENSI

VATICANA BIBLIOTHECfi

PRJEFECTO

HIERONYMINIANjE famili^e

PROTECTORI PATRONO

CONSERVATORI BENEFICENTISSIMQ

MAGNIFICI BRIXIANI TEMPLI

CELEBERRIMAS ROMANAS

GR-fiCASQUE MOLES JEMULANTIS

~ CONDITORI

ET PRJ3TEREA ROMfi ET BRIXlfi

PLURIUM SACRARUM ^EDIUM

INSTAURATORI

QUOD

HUJUS ETIAM PRINCIPEM PARTEM

DUM TITULUS ISTE

MISERE VACARET

LARGO PROFUSO jERE

REPARAVERIT AUXERIT ORNAVERIT

D. JOHANNES CAROLUS GALIMBERTI

ABBAS GENERALIS

ET MONACHI HIERON YMINIÀNI

^ETERNI OBSEQUII MONUMENTUM

PP. ANNO DOMINI MDCCXLIV.

Nei.

14

Nella Chiefa di S. Francesco de' P. P. Conventuali di Civita-Caftellana.

CHORUM HUNG

POST DIUTURNAM S^ECULORUM SER1EM

MAGNANIMA LIBERALITATE

ORNATUM PRIMO REDDID1T

EMINENTJSShUUS DOMINUS

DOMINUS ANGELUS MARIA QUIRINUS VENETUS

HINC

PATRONO OPTIMO ET HOSPITI BENEMERITO

IN GRATI ANIMI MONUMENTUM

FRATRES HUJUS COENOBIi

MEMORIAM HANC POSUERE

ANNO DOMINI MDCCXXXIX.

Nella Chiefa di Terni de P. P. *Ago!ìiniani fatto la Statua diS. Niccola da Tolentino .

STATUAM HANC

ROMJB FABREFIERl MRE SUO

HUCQUE INDE ADVEHl CURAVIT

MUNIFICHE PIETATIS ARGUMENTUM

ANGEL. MAR. CARDIN. QUIRINUS

S. R. E. BIBLIOTHEC. ET. EPISC. BRIXLE

ANNO MDCCXXXX.

Nel-

Nella Cbiefa de' P.P. <sAgo(ìiniani di Foligno:

TEMPLUM HOC

D. O. M.

IN HONOREM FULGIDISSIMI ECCLESIA LUMINIS

MAXIMIQUE DOCTORIS S. AUGUSTINI

JAM OLIM ERECTUM

AUGUSTINENSES HUJUS COENOBII ALUMNI

. MUNIFICE ADJUVANTE OB SINGULAREM ERGA TANTUM DOCTOREM REVERENTIAM ET OB SUSCEPTUM PRIMO UNA CUM SACRA PURPURA TITULUM S. AUGUSTINE EMINENTISSIMO D. CARD. ANGELO MAR. QUIRINO EPISCOPO BRIXIENSI AC S. R. E. BIBLIOTHECARIO IN ELEGANTIOREM FORMAM INSTAURANDUM ET FORNICE EXORNANDVM CVRARVNT ANNO REP. SAL. MDCCXXXXIIII.

Nel-

\6

Nel muro del Campanile della Chiefa Cagli de' P. P. Conventuali di San Francesco

ANGELO MARIJB QUIRINO

S. R. E. CARDINALI BIBLIOTHECARIO

QUOD

SACR^E huic turri reparand^e

CENTUM AUREOS CONTRIBUERIT,

HUJUS COENOBII PATRES

G. A. C. P. P.

ANNO MDCCXXXIV.

(£©(£©

Nella Chiefa di Fojfombrone de' P. P. eAgqfliniani per

T «Aitar Maggiore fatto ivi cqflruire da S. E. con le

due porte laterali tutto di marmo colorito .

ANGELI MARINE

TU. S. MARCI

S. R. E. PRESBYT. CARDIN. QUIRINI

LIBERALITATE

ANNO MDCCXXXIX,

JVfe-

17

Nel profano delQuarto lAbaziale di S. Maria di Vangaàizza nella Terra di Badia nel Pale fine*

NE IN VANGADICIENSI INSIGNI COENOBIO ARBATIALE DOMICILIUM DIUTIUS DESIDERARET UR

ANGELUS MARIA CARDINALE QUIRINUS EJUSDEM ABBAS ET PERPETUUS COMMENDATARIUS SIBI ET SUCCESSOR1BUS SUIS SATIS COMMODAM MANSIONEM PARAVIT ET PRiETEREA QUATUOR HMC AMPLA CUBICULA E SORD1BUS ET RUINIS EREPTA INSTAURAVA ATQUE EXORNAVIT SACRISQUE PERAGENDIS AUGUSTIOREM LOCUM HUNC DEPUrAVIT . ANNO DOMINI MDCCXXXI.

Nel Presbiterio della Cbiefa di detta S. Maria di Fangadizza.

PRINCIPEM HUJUS TEMPLI ARAM

CHOR1 SUBSELLIA

PAVIMENTUM MARMOREUM

iERE SUO EXTRUI CURAVIT

ANGELUS MARIA CARDIN. QUIRINUS

ABBAS ET PERPETUUS COMMEND ATARIUS. ANNO MDCCXXXX.

C Nel-

lS

Nella Camera ove fiatino regi/irate le memorie ph injigni di detta Badia.

QUAM MARCHIONUM ESTENSIUM PIETAS FUNDAVIT

ET DOTAVIT

QUAM VENETUM 1MPERIUM ILLUSTRAT ET FOVET

QUAM ROMANI PONTIFICES FRIVILEGIIS

DECORARUNT

EX EENED1CTI XIII. MUNIFICENTIA CONSEQUITUR

ANGELUS MARIA CARDINALIS QUIRINUS

ANNO MDCCXXXI.

Nel Dormitorio del Seminario della fuddetta Badia > di Vangadizza.

jEDES HASCE

EX RUINIS ET SORDIBUS EREPTAS

INST1TUENDIS

VANGADICIENSIS JURISDICTIONIS CLERICIS

AD EPISCOPALIS SEMINARII FORMAM

jERE SUO APTARI CURAVIT

RESERVATA TAMEN COMMODA

SUCCESSORIBUS COMMENDATARIIS MANSIONE

ANGEL. MAR. CARD. QUIRINUS

ABBAS ET FERPETUUS.COMMENDATARIUS.

ANNO MDCCXXXX.

Nel

*9

Nel Presbiterio della nuova Cattedrale di Brefcia /otto

l' Effigie di marmo di S. E. fiata pofta d' ordine

di queft' lllufìrijfìma Città .

ANGELO MARINE QUIRINO

S. R. E. CARDINALI BIBLIOTHEGARIO

BRIXI^l EPISCOPO

QUOD

PRECLARO HUIC TEMPLO PERFICIENDO

AB ANNO CIOIDCV. jEDIFICARI C.EPTO

CURAM OMNEM IMPENDENS

PROPRIO JERE LARGE COLLATO

ILLUD ARA MAXIMA

ET SPLENDIDIS ALIIS ORNAMENTI»

MUNIFICENTISSIME DECORAVERIT

DIVINOQUE CULTUI APTUM

EX INSPERATO REDDIDERlT

SEPTEM-VIRI BRIXI^E

^DIUMQUE SACRARUM CURATORES

GRATI ANIMI MONUMENTUM

ADHUC VIVENTI

P. P.

ANNO DOMINI CIDOCCX XXVII.

« ^ Nel

IO

Nel Portico della Corte P^ef covile nella facciata della quale

{gettato a baffo il vecchio muro) è fiata fatta da S. E.

la nobile e vaga apertura con pila firi e cancelli .

QUA PATET INGRESSUS SACRAS PASTQRIS IN EDES

QUAM NITEAT NOSTRO RESTITUENTE VIDES MARMORIBUS CEDUNT LATERES EXESA VETUSTAS

EXUIT INFORMEM JAM BENE CULT A SITUM QUADRIFIDUS LAXAT PARIES SUA CLAUSTRA MAGISQUE

PERVIA SUNT OCULIS INTERIORA DOMUS O UTINAiVl MORES IPSO PASTORE xMAGISTRO

DISCAT AD HANC NORMAM GREX RENOVARE SUOS ET TANTO EDOCTA EXEMPLO SIC BRIXIA VIVAT

UT LICET IN TECTIS SE PUTET ESSE PALAM» ANNO MOCCXXXVII.

In una Camera della Forefìeria Nobile del Palazzo Vef covile . SERIES STEMMATUM EPiSCOPORUM

MAGN^ ECCLESIA

AB INGRESSI) SERENISSIMI DOMINII

IN URBEM BRLXIAxVl

RECUPERATACI

ANNO MDXVf.

TAM PRECLARA PATRUMDUM STEMMATA BRIXIA PANDIT

JURE SIBl MAGNj£ NOMEN INESSE PROBAT

ANGELUS MARIA

TiT. S. MARCI PRESBYTER CARD. QUIRINU3

EPI3COPUS BRIXIA ET S. R. E. BIBLiOTHECARLUS

P. C. ANNO MDCCXXXVIh

Me*

ai

Memoria fatta incidere in marmo dall' IUuftrijfima Città

di Brefcia e collocata in uno de' fianchi eflerni

del Coro del Nuovo Duomo .

ANGELO MARI.E QUIRINO S. R. E. CARDINALI BIBLIOTHECAEUO BRIXI^ EPISCOPO QUOD EXTiMO QUOQUE DOMUS DEI DECORI CONSULTURUS VETU5TAS QUASDAM ^EDES IN HAC AREA SiTAS .ERE SUO DISHCIENDAS CURAVERIT FUNDUMQUE IPSUM MAGNIFICHE C1VITATI MUNIFICENT1SSIME CESSERIT HUJUS SEPTEM-VIRI ./EDIUMQUE SACRARUM CURATORES GRATI ANIMI MONUMENFUM

POSUERUNT ANNO DOMINI MDCCXLIV.

Me-

2.2,

Memoria decretata dall' IlluflrìJJÌma Città di Brefcia da col-

locarjìfotto f Effigie di finijjìmo marmo rapprefentante

S. E. nellafacciata di detto Duomo Nuovo .

ANGELO MARINE CARDIN. QUIRINO

TEMPLI HUJUS BENEEACTORI

MUNIFICENTISSIMO

QUOD

IN ISf AM ETIAM EJUSDEM FRONTEM

MAGNAM AURI VIM CONTULERIT

SEPTEM-VIRI

^DIUMQUE SACRARUM CURATORES

NOVUM GRATI ANIMI MONUMENTUM

P.P. ANNO DOMINI

Nella Libreria de" P. P. della Compagnia di Gesù nel Collegio delle Grazie di Brefcia.

ANGELUS MARIA

S. R. E. CARDINALIS QUIRINUS

SEDIS APOSTOLICA BIBLIOTHECAR IUS

BRIXIJE EPISCOPUS

DE HAC BIBLIOTHECA OPTIME MERITUS.

Neir

i3

Neil' Oratorio della Congregazione trfpoftolica diBrefcia [otto l' Effigie in marmo di S. E.

ANGELO MARi^ QUIRINO

S. R. E. CARDIN. B1BLIOTHECARIO

BRIXLE EPISCOPO

Q.UOD

IN SACELLO ISTO

TER STATIS DIEBUS QUOTANNIS PERAGENS SACRUM

PANEMQUEEUCHARISTICUM FRATRIBU3 PRìEBENS

SINGULIS VICIBUS

QUANDOQUE L. QUANDOQUE C. NUMMOS AUREO S

PIO HUIC LOCO CONTRADERE IN MORE HABEAT

EJU3DEM PII LOCI REGENTES

PARENTI PAUPERUM

ULTRA PR^EDECESSORUM SUORUM EXEMPLA

BENEF1CENTISSIMO

GRATI ANIMI MONUMENTUM

P. C.

AN. CHR. MDCCXL. MENSE MARTIO.

Nel

24

Nella facciata della Villa Suburbana S. Euflachio .

BPvIXIA MARMOREI S URGENTI A CULMINA TEMPLI DUM STUPET ET SACRIS LAUDIBUS APTA VIDET

URBANASQUE SIMUL MIPvATUR PRjESULJS JEDES FRONTE NOVA ET CULTU SPLENDIDIORE FRUÌ

PAR ERAT UT VETERI POSITO SQUALORE NITERET DELITIUM DOMINIS VILJLA FUTURA SUIS.

Nella Piazzetta in faccia alla Porta principale della detta Villa di S. Euflachio.

PLANITIEM HAI^C

FOSSA IN GYRUM SINUATA CONCLUSAM

EPI SCOPALI UM jEDIUM COMMODO ET ORNAMENTO

PROPRIO jERE COEMIT

AN. MDCCXXXIX.

ANGELUS MARIA CARDINAL» QJJIRINUS.

Nel-

Nella Sala avanti il Refettorio nella Villa di S. St efatto de' P. P. della Compagnia di Gesù dalla parte defira.

ANGELO MARINE CARDINALI QUIRINO

MUNIFICENTE IN HAC VILLA ADORNANDA

DE COLLEGIO NOBILIUM S. ANTONII

OPTIME MERITO

P. P. SOC. JEfU GRATI ANIMI'MONUMENTUM

POSUERE ANNO CIDIDCCXLIV.

In detta Sala a mano Jìnifìra .

ANGELO MARL£ QUIRINO

COLLEGII NOBILIUM S. ANTONII

INSIGNI OLIM ORNAMENTO

P. P. SOC. JESU

PERPETUI OBSEQUII MONUMENTUM

POSUERE

ANNO CIDIDCCXLIV.

Nel

16

Nella Cbìefa de P. P. Minori Offer vanti nella terra di Gavardo.

ANGELUS MARIA CARDINALIS QUIRINUS EPISCOPUS BRIXIANUS SUO SUADENTE OBSEQUIO ERGA JO: ANTONIUM CARDINALEM DE VIA UT PRiECLARISSIMUM PATRUUM IN FORTISSIMO NEPOTE VENERARETUR HUJUS CINERiBUS ET TITULUM ERIGERE ET FUNUS INSTAURARE MEDITANS PARANS AC DIOECESANO JURE CONTENDENS AGNATIONIS JURI .EGRE DEMUM CEDERE JUSSUS ANNIVERSARIIS EXEQUIIS AD DEFUNCTI REQUIEM INSTITUTIS PRIORI QUAM DOMESTICA PIETATIS STYLUS EXARAVERAT ALTERAM HANC SUBPOSUIT EPIGRAPHEN PUBLICUM ALTERNA SU^E OBSERVANTI^ MON1MENTUM. ANNO DOMINI MDCCXXXIII.

Ni/r,

2-7

Nel Coro interiore delle Monache Salefìane di Darfo a cornu Evangelii.

ANGELO MARIjE QUIRINO

S. R. E. CARDINALI BIBLIOTHECARIO

BRILLE EPISCOPO

Q.UOD

IN HAC AMPLA ET POPULOSA VALLE

VIRGINALE COENOBII SOLATIO

OMNI NO ADHUC DESTITUTA

SANCTiMONIALES SALESIANAS

ANNO MDCCXXIX. STABILI ERIT

DIFFICULTATIBUS

QU M DEC ESSORES SUOS AB EO PROPOSITO ARCUERÀ NT

MINIME ABSTERRITUS

EM GRATI ANIMI MONUMENTUM

TANTI PRINCIPIS ET EPISCOPI AMANTISSIMI,

BENEFICENTI^

P. P.

ANNO DOMINI MDCCXLI.

da In

i8

la detto Coro a cornu Epìflolce .

ANGELO MARINE QUIRINO

S. R. E. CARDINALI BIBLIOTHECARIO

BRIXI^ EPISCOPO

SALESIANA SANCTIMONIALES

QUOD

ANNO MDCCXXXII.

ANNUUM PROVENTUM

QUEM REGIO ISTA BRIXIENSIS EPISCOPI DUCATUS

IN POSTERUM SIBI DE MORE ESSET ALLATURA

IPSIS CESSERIT ATQUE SACRAVERIT OPPORTUNE OCCURRENTIBUS MEMORIA SU^E

NEHEMIiE VERBIS ANNONAS QVJE DUCIBUS DEBEBANTUR

NON COMEDIMUS

ANNONAS DUCATUS MEI NON QUiESIVI

BENEFACTORI OPTJMO

GRATI ANIMI VICES REPENDENTES

ET SOSPITATEM ET FELICITATEM ADPRECANTES

P. P. ANNO DOMINI MDCCXLI.

Me-

z9

Nel Moniflero dell' Ofpedaletto Rejìdenza de' P P. Generali de' Monaci Girolamini di Lombardia .

ANGELO MARI^ QUIRINO

S. R. E. CARDINALI BIBLIOTHECARIO

NOSTRJìQUE HIERONYMINEAN^E FAMILLE

PROTECTORI

QUOD

AUGENDO TEMPLI S. ALEXII DE URBE DECORI

PRIMO PECUNIAM SUO ORDINI ATTRIBUTAM

SlE-iQUE ROMAM ACCEDENTI DEBITAM

CONSECRAVERIT

DEINDE VERO E A ORBATUS

PAREM SUMMAM QUOTANNIS PERSOLVENDAM

DE SUO SUBSTITUERIT

EADEM FAMILIA

MARMOREA INCOMPARABILIS BENEFACTORIS

IN PRINCIPE HOC COENOBIO ICONE APPOSITA

GRATI ANIMI ARGUMENTUM

PR^SIDUM SUORUM DECRETO

REPENDIT. ANNO DOMINI

<2ffl<25>

NeU

Nel Refettorio de' P. P. della Congregazione dell' Oratorio di Brefcia fono il Ritratto di S.E.

ANGELO MARIJi CARDINALI QUIRINO UT QJJEM IN CORDE HABEANT SEMPER

ET IN OCULIS

OB SINGULAREM EJUS BENEVOLENTIAM

EXIMIAQUE DONA

1CONEM HANC GRATI ANIMI MONUMENTUM

P.P. CONGREGATIONIS ORATORII BRIXIjE

P. D. ANNO A CHRISTO NATO CIDIDCCXXXVII.

(£^<|»£><2£

Nella Stanza della Ricreazione de' P.P. della Congregazione dell'Oratorio di Verona fotta il Ritratto di S. E.

ANGELO MARIJE QUIRINO

S. R. E. CARDINALI

BRIXIvE EPISCOPO

PATRONO OPTIME MERITO

CONGREGATIO ORATORII VERONENSIS

ANNO MRM CHRISTI CIDIDCCXXXXI.

Nel

3i

Nel Duomo Nuovo di Brefcia fatto il Buflo di Monfignor Fortunato Morojìni Ve [covo d'ejfa Città .

FORTUNATO MAUROCENO POST SPLENDIDUM IN PATRIA GESTUM MAGISTRATUM BENEDICTINO PRIMUM COENOBITiE DEINDE TARVISII POSTMODUM BRIXLE EPISCOPO- VIRO EXIMIIS VIRTUTIBUS PR^EDITO QUOD MORTE PATAVII OBITA AN. MDCCXXVII. QUAM AD URBEM VALETUDINE CAUSA ACCESSERAT IBIDEM CINERES SUOS IN S. JUSTINJa jEDE REPONI POSTREMIS TABULIS JUSSERIT CENOTAPHIUM HOC P. C. AN. DOMINI MD.CCXXXXV. ANGELUS MARIA QUIRINUS S. R. E. CARDINALE BIBLIOTHECARIUS EIDEM DUM VIXIT

SANGUINE MONACHATU AMICITIA CONJUNCTISSiMUS

EJUSQUE IN BRIXIANA SEDE SUCCESSOR.

NOI

NOI RIFORMATORI

DELLO STUDIO DI PADOVA.

A Vendo veduto per la fede di revifione, ed approvazione JLjL del P.F. Lauro Maria Piccinelli Inquìfitore del & Offizio di Brefcia , nel Libro intitolato : Lettere dell'abate D. Antonio Sambuca {crine al Signor jibate D. jlndrea Baca Canonico dell* Infigne Collegiata di S. Marco in Roma, non v'eifer cofa alcuna, contro Ja Santa Fede Cattolica, e parimente per attendato del Segretario Noftro , niente contro Principi, e buoni cofhimi, concedendo licenza a Gian-Maria Rizzardi Stampatore di Bre- fcia, che polii efler Stampato*, oflervando gli ordini in mate- ria dì Stampe , e presentando le lolite Copie alle Pubbliche Librarie di Venezia , e di Padova.

Dat. li J2,. Aprile 174J.

[ Z. Piero Pafqmligo Bjf. [ Gio: Emo Proc. Bjf.

[

Regiftrato in libro a e. i% al n. $*

Michicl Angelo Marino SegYet.

3 0112 098530675

i)